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Ieri al Palio di Asti è morto un cavallo.

E’ il tredicesimo, da quando la manifestazione è ripresa, negli anni ’60.

Come responsabile della Sezione astigiana di SOS Gaia non posso che gridare tutto il mio dolore e tutta la mia rabbia per questo ennesimo, insensato e crudele delitto.

Era un purosangue, un essere fiero e forte che, come tutti noi della razza umana, aveva diritto a vivere la sua vita: una vita che è stata stroncata nel nome di ciechi interessi , nel pretesto di una tradizione e di una cultura inesistenti.

Pare che il cavallo sia inciampato alla partenza e caduto battendo fortemente il capo. Adesso si disquisirà a lungo sulla sicurezza o meno delle strutture: discorso vano e terribile, che mira a rassicurare le coscienze sull’attenzione posta a favore degli animali.  In realtà non c’è alcuna attenzione, non c’è alcun rispetto.  Non bastano tredici morti innocenti a dimostrarlo?  E, in ogni caso, qualunque siano le tecniche con cui si svolge una gara assurda come il Palio di Asti, rimane il fatto che, a priori, non abbiamo alcun diritto di sottoporre degli esseri, nostri fratelli sul Pianeta, al rischio di soffrire e di morire per il “divertimento” e per gli interessi economici di una schiatta crudele che, schifosamente, si ritiene superiore.

Per la cronaca, il Palio astigiano era stato (ieri, come altre volte in passato) contestato da attivisti delle associazioni animaliste, tra cui la LAV, prima della gara e soprattutto dopo la notizia della morte. Gli animalisti erano “contenuti” dalla Polizia e, dopo la morte del cavallo, si sono sfiorati tafferugli con sostenitori paliofili. La LAV ha annunciato che sporgerà denuncia: “E' ora di fermare queste mattanze a cielo aperto”, scrive la LAV.  L'associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) chiede al Ministero della Salute e quello delle Politiche Agricole di «fare chiarezza».

La parlamentare Michela Brambilla,  ex ministro del Turismo e presidente dell’AIDAA,  ha scritto in una nota che l’accaduto «Mette ancora una volta a nudo la natura violenta delle manifestazioni che sfruttano animali e l’insufficienza delle misure di sicurezza… L’incidente di Asti dovrebbe far riflettere sulla necessità di vietare queste manifestazioni, che non hanno nulla di culturale e danneggiano l’immagine del nostro Paese».

Mamuthones, questo era il nome del cavallo, era dietro al canapo con i suoi avversari quando si è imbizzarrito, forse in un ultimo impeto di libertà. Il fantino non è riuscito a calmarlo, al punto che ha fatto appena in tempo a saltare prima che Mamuthones si schiantasse a terra di schiena.

Dopo serrate discussioni, la corsa del Palio di ieri è stata sospesa: la cosa inaccettabile è che riprenderà comunque oggi, alla faccia di qualsiasi rispetto. L’ENPA a questo proposito ha dichiarato: "Siamo rimasti esterrefatti nell'apprendere che il palio di Asti, nonostante la morte del cavallo avvenuta ieri, si svolgerà comunque nella giornata di oggi". E annuncia che ricorrerà ad azioni legali.

Mamuthones aveva una madre: quante madri umane accetterebbero di rivedere la corsa se fosse morto un bambino?

Ti saluto e ti abbraccio, Mamuthones, sconosciuto fratello. Ti auguro di correre come il vento in nuove praterie, libero, lontano da uomini crudeli e ignoranti che non sanno rispettare Madre Terra, che a tutti i suoi figli dona la stessa dignità.

Da parte nostra,  puoi essere certo che non ti dimenticheremo e faremo in modo che il tuo sacrificio non sia stato inutile. Continueremo a dare testimonianza diretta dell’amore nei confronti di tutte le specie viventi che coabitano con noi sul pianeta, e doneremo quanto potremo di noi stessi affinché la barbarie abbia fine.


Elio Bellangero è il responsabile della sede astigiana di SOS Gaia

 

16 settembre 2013