Stampa
La Marcia Internazionale per gli elefanti, organizzata dal David Sheldrick Wildlife Trust, si è svolta in contemporanea in 15 città di tutto il mondo

Ogni 15 minuti uno di questi splendidi animali viene ucciso per essere derubato dell'avorio delle sue zanne. A questo ritmo nel 2025 si estingueranno

 

Il 4 ottobre 2013, giornata mondiale degli animali, c'è stata la “Marcia internazionale per gli elefanti” organizzata dal “David Sheldrick Wildlife Trust”, con l'obiettivo di sensibilizzare i governi e le istituzioni di tutto il mondo sulla grave piaga dell'uccisione degli elefanti da parte dei bracconieri.

Roma è stata una delle 15 città del mondo scelte per la marcia. In piazza della Rotonda al Pantheon era presente l'ambasciatore in Italia del “David Sheldrick Wildlife Trust” Aldo Giovannella che è anche Presidente dell’Associazione italiana “Pengo Life Project” nata al fine di tutelare gli elefanti.

La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente ha dato la propria adesione e SOS Gaia ha partecipato con la sua rappresentanza romana.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, attivamente impegnato nelle sue campagne a favore degli animali sia in Italia che nel parlamento europeo, era presente ed ha diffuso un appello per mettere al bando il commercio dell’avorio e vietarne la detenzione, altrimenti rischiamo di perdere questi maestosi e stupendi pachidermi massacrati dai bracconieri danneggiando irrimediabilmente l’ecosistema.

Alla manifestazione sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni animaliste italiane: la Presidente Nazionale dell’ENPA Carla Rocchi con Andrea Brutti e Ilaria Ferri, Il Presidente della LAV Gianluca Felicetti e il Vice Presidente Roberto Bennati, il Presidente degli Animalisti Italiani Walter Caporale, una rappresentante della LIPU di Roma, gli attivisti di Animal Asia, rappresentanti dell’OIPA e della Lega Nazionale Difesa del Cane, le ex deputate dei Verdi Grazia Francescato e Annamaria Procacci entrambe animaliste e ambientaliste da molti anni.

Abbiamo chiesto ad Aldo Giovannella di elencarci le altre città dove si svolgono le “Marce per gli elefanti” anche se in tempi diversi per via del fuso orario: “La Sheldrick ha scelto 15 città sponsorizzandole, Londra, Monaco, New York, Bangkok, Arusha, Buenos Aires, Città del Capo, Edimburgo, Los Angeles, Melbourne, Toronto, Washington DC, Wellington. Da un punto di vista logistico era stata scelta anche Nairobi capitale del Kenia, ma purtroppo a causa dell'attacco terroristico di settembre la Marcia in quella città non ha potuto avere seguito.”

Il David Sheldrick Wildlife Trust, promotore delle Marce, è stato fondato nel 1977 in Kenia all'interno del Nairobi National Park da Dame Daphne Sheldrick in memoria del marito David, famoso naturalista inglese. Nel Centro vengono curati e messi al sicuro i piccoli di elefante africano e di rinoceronte nero rimasti orfani per colpa dei bracconieri, e dopo un periodo di riabilitazione psicofisica reinseriti nel loro habitat naturale protetto, il Parco Nazionale dello Tsavo.

I piccoli, come tutti i cuccioli di ogni razza, sono fragili emotivamente e appena uno di loro arriva al Centro vive i primi momenti cruciali per l’adattamento alla nuova condizione; gli addetti li aiutano per non disidratarsi e li sostengono per superare l'alienazione dovuta alla perdita della “famiglia”.

Alla marcia hanno partecipato l’eurodeputato Andrea Zanoni, le ex deputate dei Verdi Grazia Francescato e Annamaria Procacci e i rappresentanti di molte associazioni animaliste tra cui SOS Gaia, ENPA, OIPA, LAV, Lipu, Animalisti Italiani, Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente

Gli operatori del Centro seguono la loro crescita ed il loro stato di salute, li allattano, li svezzano, li puliscono, gli rinfrescano la pelle con bagni di fango e di sabbia.

La convivenza con gesti affettuosi e molto amore crea un legame molto profondo tra gli addetti e queste creature, oltre la razza. Questi animali hanno una notevole sensibilità, sono capaci di provare affetto, capiscono quando vengono aiutati e sanno riconoscere gli uomini buoni.

Aldo Giovannella è veterinario e lavorando nel Centro in Kenia ha potuto quantificare in 160 il numero degli animali salvati dalla nursery dello Sheldrick.

Durante la Marcia di Roma gli organizzatori hanno raccolto le firme in difesa degli elefanti, nell’ambito dell’iniziativa “Iworry” creata appositamente per sensibilizzare l'opinione pubblica e dire “NO all'avorio”, perché finché esiste il commercio dell'avorio gli elefanti verranno barbaramente uccisi per le loro zanne.

L'ambasciatore dello Sheldrick ci ha spiegato il significato della campagna “Iworry”.

“Vuol direio mi preoccupo’, dove “i” sta per avorio e quindi in un gioco di parole simboleggia sono preoccupato per l'avorio.” Aggiunge ancora che “tutti dobbiamo dire “Say NO to ivory” e realizzare i nostri manufatti e ciondoli con materiali che non provengono dalla sofferenza degli elefanti.”

Noi tutti abbiamo un grande potere, esercitiamolo non comprando prodotti realizzati con l’avorio.

L’iniziativa, oltre a raccogliere firme per la petizione contro l'avorio, promuove manifestazioni e realizza periodiche campagne di informazione sul problema del bracconaggio.

Ci informa ancora Aldo Giovannella che “la Fondazione Sheldrick con la precedente campagna “Say NO to ivory” ha raccolto 40.000 firme a livello internazionale già consegnate al CITES di Bangkok, Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, anche se questo purtroppo non ha dato l’esito sperato.”

Oggi i numeri della strage di elefanti sono terribili, ci dice ancora Giovannella: “Nel 2011 ne sono stati uccisi circa 20 mila, nel 2012 circa 30 mila, mentre attualmente ne sono rimasti vivi soltanto 600 mila. La Fondazione Sheldrick vivendo sul campo ha potuto constatare come tutti gli sforzi per fermare queste stragi si sono rivelati inutili e oggi è seriamente preoccupata, perché potrebbe accadere come nei primi anni ottanta quando la popolazione di questi animali a causa del bracconaggio è scesa da 3 milioni di individui a meno di 1,5 milioni in pochissimo tempo. L'ultimo gravissimo caso è avvenuto in Zimbabwe con l'avvelenamento da cianuro delle pozze di acqua dove bevono i pachidermi uccidendone 81 esemplari ma anche gli altri animali che si abbeverano nelle stesse pozze. Una strage senza senso!”

Aldo Giovannella, l'ambasciatore in Italia del David Sheldrick Wildlife Trust

Gli elefanti continuano ad essere uccisi nonostante il bando del 1989, data dell’entrata in vigore del trattato internazionale che vieta il commercio delle zanne, che risulta comunque inapplicato ed aggirato dai trafficanti.

Ma come ci dice ancora l'ambasciatore dello Sheldrick “il commercio clandestino ‘dell’oro bianco’ è diventato un problema internazionale perché il denaro ricavato finanzia il terrorismo, mentre il bracconaggio minaccia la stabilità e la sicurezza politica soprattutto dell’Africa; una brutta faccenda per la comunità internazionale e per i Presidenti dei vari paesi. Infatti oggi noi siamo a Roma anche per consegnare una lettera della dottoressa Dame Daphne Sheldrick al Ministro dell'Ambiente italiano al fine di sollecitare un inasprimento delle pene verso chi commercia l'avorio. E la stessa lettera verrà consegnata alle autorità competenti anche nelle altre 14 città dove c'è la marcia”.

In Africa il problema è piuttosto complicato: Botswana, Namibia, Sud Africa e Zimbabwe quest'anno hanno chiesto al CITES di Bangkok di poter vendere le loro riserve di avorio. Ma per fortuna ci dice Giovannella “l'autorizzazione non è stata concessa perché altrimenti anche le altre nazioni si sarebbero sentite autorizzate ad uccidere gli elefanti per acquisire l'avorio. Noi invece chiediamo che queste riserve vengano distrutte. Niente avorio, niente richiesta, nessun commercio”.

Gli elefanti, che da 50 milioni di anni calpestano il suolo del pianeta, oggi sono i più grandi mammiferi terrestri viventi, vengono chiamati anche i “giardinieri della natura” per il loro ruolo chiave nella biodiversità, tanto che la sopravvivenza degli altri animali dipende proprio da loro; la loro scomparsa costituirebbe una perdita ambientale insostenibile.

Ci dice ancora l'ambasciatore dello Sheldrick “Considerando che all'interno delle feci di un pachiderma ci sono milioni di semi che vengono distribuiti durante il percorso dell'animale che può arrivare anche a centinaia di chilometri, si può capire la loro importanza per l'ambiente.”

Purtroppo per colpa di uomini che è un eufemismo definire completamente folli, gli elefanti sono una specie in pericolo di sopravvivenza. Da secoli questi splendidi animali vengono massacrati per trasformare le loro zanne in sculture, ornamenti, gioielli e bigiotteria varia. I manufatti in avorio vengono considerati oggetti di lusso, e la Cina purtroppo ne è la maggiore importatrice.

Nonostante il divieto internazionale e la sottoscrizione di Pechino del bando del commercio dell’avorio del 1989, in Cina la vendita dell’oro bianco è lecita e molto diffusa, come scrive la ricercatrice Jennifer Ngo sul South China, le zanne di elefante sono facilmente commerciate ad Hong Kong, dove dal 2008 ne sono state vendute 16 tonnellate coincidenti all’uccisione di 1800 esemplari.

Spiega Joyce Poole, condirettrice della organizzazione non governativa “Elephant Voices Group”: “non è il bando internazionale a non funzionare, ma la reticenza delle autorità cinesi ad applicarlo sui propri confini incentivando i bracconieri.”

Ma la richiesta di avorio non viene soltanto dalla Cina. Una inchiesta del “National Geographic” dal titolo “Ivory Worship” firmata da Bryn Christy e pubblicata nell’ottobre 2012, svela il legame tra il massacro degli elefanti e l’oro bianco usato per gli oggetti religiosi.

Il giornalista si domanda se è giusto vendere questi manufatti visto che per avere quell’avorio vengono uccisi brutalmente elefanti e rangers, alimentando la corruzione nel mondo.

La manifestazione in difesa degli elefanti in piazza del Pantheon a Roma

Bryn Christy per la sua ricerca ha frequentato anche le lussuose botteghe della Città del Vaticano dove ha visto preziosi oggetti in vendita. Dice ancora come dietro la morte degli elefanti ci sia una incredibile unione religiosa fra mano d’opera musulmana, importatori cattolici d’avorio e venditori buddisti, per produrre croci copte, rosari islamici, icone cattoliche fino ad arrivare agli amuleti buddisti, in nome del quale vengono sterminati migliaia di elefanti. Del resto il detto dice “gli affari sono affari”.

In occasione della terribile strage di undici elefanti uccisi a colpi di kalashnikov a Tsavo East nel Kenya del sud a gennaio 2013, tra i quali c'erano due cuccioli di soli due mesi, l’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, si è rivolto direttamente a Papa Benedetto XVI per chiedere alla Chiesa di rinunciare all’uso di pellicce ed avorio per confezionare abiti, paramenti e suppellettili liturgiche ed ha avviato a tal fine una raccolta di firme in tutti e cinque i continenti. L’obiettivo della petizione diffusa attraverso “avaaz.org”, è quello di salvaguardare gli ermellini, altri animali in via di estinzione, e gli elefanti. L’ENPA evidenzia come l’acquisto dell’avorio alimenta il commercio dei bracconieri che uccidono gli elefanti illegalmente e barbaramente, arricchendo come al solito la speculazione a spese degli animali, mentre le popolazioni locali più povere sono impegnate a mantenere la biodiversità tanto che insieme alla strage degli elefanti è necessario ricordare la altrettanto significativa uccisione dei rangers impegnati a controllare i parchi africani e a difendere la vita degli animali per un reddito di pochi spiccioli.

Il 4 ottobre a Piazza del Pantheon Aldo Giovannella rileva con soddisfazione che finalmente tutte le associazioni animaliste italiane si trovano unite a combattere a favore degli elefanti e sostengono la marcia aderendovi con entusiasmo.

Tramite il “Pengo life Project” ufficializzato in Kenia a marzo del 2010 presso il Centro diretto da Dame Daphne Sheldrick, l'ambasciatore dello Sheldrick si propone di divulgare in Italia tutte le informazioni utili riguardo l'opera di salvaguardia degli elefanti e dei rinoceronti realizzata dal “David Sheldrick Wildlife Trust”. Inoltre promuove e finanzia numerosi progetti in loro difesa e supporto.

Il “Pengo life Project” vuole aiutare questi dolcissimi esseri ma anche il popolo africano che vive e trae sostentamento sia nell’accudirli che dai turisti che vengono a vederli.

Concludo riportando l'esperienza del dottor Giovannella nella nursery di Nairobi:

“Il mio pensiero è che in ognuno di noi sia rimasta memoria del luogo di origine dell'uomo e del suo essere animale… forse dentro di noi c'è un elefante e un rinoceronte. I cuccioli accuditi trasmettono un intenso senso di pace mentre procedono nell'antico gesto di alimentarsi”.

Uccidendo questi splendidi animali l'uomo non compie soltanto un grave delitto nei loro confronti ma anche nei confronti di “Madre Terra”.

Se una specie scompare il primo ad essere sconfitto è l’uomo.


Ivana Pizzorni è la responsabile della sede romana di SOS Gaia

10 ottobre 2013