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Sabato 12 aprile a Roma, nei pressi del Colosseo, la LAV ha organizzato un presidio per l'abolizione delle botticelle romane, le famose carrozzelle trainate dai cavalli tipiche della città di Roma, dove a tal fine sono state raccolte le firme da consegnare al sindaco di Roma Ignazio Marino. La manifestazione è stata organizzata per via della disponibilità, manifestata da Fabrizio Panecaldo coordinatore della maggioranza dell'Assemblea Capitolina Capitolina (organo di indirizzo e di controllo politico- amministrativo di Roma Capitale), a presentare delle proposte per l'abolizione delle botticelle romane. Al presidio era presente la delegazione romana di SOS Gaia.

L'appello dei volontari è stato forte e diretto: “Liberiamo i cavalli delle botticelle romane.”

In merito la LAV ha già avanzato la richiesta all'Assemblea: “Da anni chiediamo di porre fine allo sfruttamento dei cavalli per l'anacronistico e penoso servizio di traino dei turisti: un fenomeno triste e ben noto ai cittadini romani”.

Nello scorso mese di marzo una mozione per l'eliminazione della trazione con i cavalli è stata presentata da alcuni esponenti dell'opposizione, ma respinta dall'Assemblea Capitolina per il voto contrario della maggioranza e l'assenza di alcuni consiglieri contrari alle botticelle.

Nadia Zurlo, responsabile nazionale del settore Equidi della LAV, ha dichiarato che il Consiglio comunale ha respinto questa mozione che avrebbe consentito di abolire definitivamente il servizio a trazione ippica; a tal fine auspica che tutti i gruppi in futuro possano collaborare tra di loro, oltre i propri interessi e dissensi politici, che non possono essere anteposti alle crescenti richieste dei cittadini.

Risulta infatti evidente che sono in aumento i cittadini favorevoli al rispetto degli animali e dell'ambiente, e gli amministratori locali dovrebbero essere tenuti a prenderne atto recependo e soddisfacendo il volere della maggioranza.

Anna Leyda Cavalli della LAV di Roma – Responsabile del settore Equidi e Botticelle romane afferma: “Le botticelle sono una questione animalista, ma anche un problema di decoro, di sicurezza e di immagine per l'intera città. L'abolizione delle botticelle e la riconversione delle licenze è possibile senza che questo si ripercuota negativamente sul piano occupazionale dei vetturini”.

Ma almeno finora resta disatteso anche l'impegno dell'attuale sindaco della città di spostare il servizio di traino per tutelare la salute dei cavalli, nei parchi e nelle ville storiche, fino alla loro completa abolizione.

Le botticelle rappresentano la schiavitù legalizzata di questi splendidi animali, che ogni giorno per svolgere il servizio devono indossare un'opprimente bardatura; il morso tra i denti, il paraocchi, il sacco sul retro per la raccolta delle feci e per concludere le sollecitazioni del conduttore con il frustino. Un quotidiano lavoro di sfruttamento nel traffico cittadino, tra i rumori dei clacson, nel terreno accidentato. Possiamo soltanto immaginare l'assurdo incubo vissuto da questi splendidi esseri, uno spettacolo indegno per una società che si reputa civile!

Sono oramai venti anni che si parla di eliminare le botticelle romane, vediamo alcuni momenti di questa importante lotta animalista.

Dal 1998 è entrato in vigore il regolamento “Taxi Botticelle” dove viene almeno previsto che il cavallo adibito al trasporto non può essere destinato alla macellazione, mentre il resto è composto da una serie di norme piuttosto generiche e quindi inadatte a tutelare questi animali.

Nel 2005 è entrato in vigore un nuovo regolamento con un apposito capitolo dedicato agli equidi ed ai cavalli delle botticelle, ma anche in questo caso le regole sono troppo indeterminate e facili da aggirare.

Infine attraverso la delibera n. 64 del 2009 il Comune di Roma avrebbe potuto modificare il regolamento “Taxi Botticelle” introducendo una serie di norme che prevedono: l'uso dei catarifrangenti per i cavalli, le zone di sosta lungo il tragitto, la ferratura in gomma, il microchip ecc. Tutte norme mai applicate.

In questi anni è emerso l'ulteriore problema rappresentato dal ricovero degli animali dopo aver svolto il servizio. Oggi è situato nelle scuderie del Testaccio in depositi abusivi o stalle lager occupate dai vetturini; i box individuali sono stati costruiti con assi di legno e sono poco più grandi dell'animale, fatiscenti ed irregolari. Del resto non esiste legge o regola che stabilisce con precisione la grandezza minima dello stallo, le ore di cui l'animale può usufruire per una passeggiata all'aperto. Il comune di Roma si era impegnato a costruire una nuova struttura più seria a Villa Borghese, ma visto che il parco non è edificabile il progetto non è stato realizzato.

Insomma quella delle botticelle romane è una storia di sofferenza dei cavalli, da anni denunciata da tanti animalisti.

La scrittrice e giornalista Margherita D'Amico rivela che le strade della città oggi non sono adatte per questo trasporto pubblico di altri tempi, e che la maggior parte dei cavalli non sono idonei a questo lavoro in quanto vecchi e malati perché provenienti dalla loro attività agonistica nelle corse, infine proprio perché usati nel trotto sono leggeri e quindi assolutamente inabili alla trazione di un trasporto pesante come quello delle carrozzelle.

Per fare soltanto alcuni esempi dei pericoli che giornalmente affrontano i cavalli delle botticelle: nel giugno 2009 il cavallo Legoli mentre era al traino venne travolto da un'auto sul Lungotevere e ucciso, nel novembre dello stesso anno il cavallo Birillo cadde nei pressi del Colosseo spezzandosi una gamba e dopo ore di agonia venne abbattuto.

L’onorevole Monica Cirinnà quando era consigliere del Comune di Roma e presidente della Commissione delle Elette, in una intervista per Shan Newspaper del settembre 2012 disse chiaramente che le botticelle sono un metodo di trasporto anacronistico a cui la maggior parte dei romani si è dimostrata contraria ma che purtroppo è ancora classificato come trasporto pubblico.

Senza ovviamente far perdere il lavoro ai 48 vetturini presenti in città, che per fortuna oggi sono  diventati 40, nella precedente consiliatura Monica Cirinnà, pur essendo all'opposizione, presentò una proposta di delibera che prevedeva il riordino del servizio pubblico a trazione ippica con sette opzioni di lavoro: taxi, noleggio con conducente, noleggio di biciclette e tanti altri servizi per i turisti. Ma come aggiunge la Cirinnà gli interessati non hanno voluto accettare le proposte perché con il trasporto delle botticelle non c'è tariffa fissa, non c'è contapassi, non c'è tassametro, non ci sono regole o limiti di tempo, non sono controllati. Ovviamente se con una corsa possono guadagnare un importo considerevole senza ricevuta, essi non hanno nessun interesse ad avere la licenza del taxi. Dice ancora Monica Cirinnà che in 14 anni di governo non è riuscita ad abolire le botticelle perché purtroppo i sindaci dell'epoca erano contrari.

Nel 2012 dopo che molti cavalli si sentirono male a causa dell'afosa estate romana, l'allora sindaco della città Gianni Alemanno accantonò il progetto della botticella elettrica che avrebbe eliminato definitivamente la presenza degli animali, e propose le botticelle fornite di una sorta di pedalata assistita al fine di limitare la loro fatica; il progetto fu bocciato dalle associazioni animaliste perché non avrebbe eliminato lo sfruttamento dei cavalli.

Del resto, finché la politica appoggia i vetturini e stanzia a loro favore denaro dell'amministrazione pubblica, questi possono dormire sonni tranquilli sulla pelle dei cavalli.

Tra gli ultimi interventi della giunta del sindaco Alemanno vi fu una delibera che stabiliva l'immatricolazione delle vetture tramite targa, seguita dalla promessa di fissare il numero massimo di passeggeri trasportabili. Inoltre a quanto sembra, il diritto professionale dei vetturini passa da padre in figlio, ed i permessi, almeno nel passato, potevano anche essere subaffittati a terzi non soggetti ad esami di abilitazione per la conduzione delle carrozze. Insomma il settore è scarsamente regolamentato a tutto vantaggio dei conduttori e a scapito dei cavalli.

Negli anni sono stati scoperti numerosi casi di infrazione alle regole da parte dei vetturini.

Ad esempio il regolamento comunale prevede per il benessere dei cavalli l'andatura del “passo”; nel periodo tra giugno e luglio 2012 gli operatori dell'ENPA controllarono alcune vetture documentando anche con filmati casi di violazione in cui gli animali, nel caotico traffico romano, sulle strade sconnesse del centro e con il caldo afoso, venivano guidati al “trotto”. Fu riscontrato che almeno 6 vetturini su 40 infransero la regola.

Sempre nell'estate 2012, come ci riportano le cronache dei giornali, il 27 luglio un cavallo svenne a piazza di Spagna per il soffocante caldo, e visto che il vetturino cercò di farlo rialzare in malo modo i presenti si ribellarono al palese maltrattamento, ma ne nacque una discussione animata al limite della rissa, sedata dall'intervento dei carabinieri.

Nel 2013 il sindaco Marino si è impegnato a far rispettare l'ordinanza che stabilisce il divieto di circolazione delle carrozze quando il caldo raggiunge il livello 3 di massima allerta e nelle ore più rischiose tra le 13 e le 17, l'utilizzo dei cavalli per non più di sei ore al giorno, il rispetto dell'obbligo della pausa all'ombra tra una corsa e l'altra ed infine che i conduttori provvedano ad abbeverare regolarmente i cavalli.

Abbiamo parlato con Anna Leyda Cavalli per avere informazioni in merito alla raccolta delle firme organizzata dalla LAV da consegnare al sindaco; questi i dati: “Quest'estate i volontari hanno raccolto 15 mila firme per la petizione che chiede di convertire l'attività di trasporto a trazione ippica per i turisti del centro storico di Roma con altra attività, come taxi, noleggio con conducente e botticella elettrica, e oggi siamo al Colosseo per continuare nella raccolta. Roma non è più la città di cinquant'anni fa, è necessario eliminare le carrozzelle, progredire, in quanto questo servizio non può essere più giustificato al pari di una tradizione. Del resto sono vari i mezzi a cui i turisti possono ricorrere per visitare la nostra città, come gli autobus a due piani ed i risciò.”

Aggiunge ancora Anna Leyda Cavalli: “Sono oltre vent'anni che chiediamo di abolire questo servizio, oggi le licenze sono soltanto 40, ma i titolari oramai da anni rappresentano un ostacolo all'eliminazione di questo anacronistico mezzo di trasporto, nonostante le proteste, le segnalazioni dei cittadini romani e delle associazioni.”

Al presidio è intervenuta anche l'attivista americana Sarah May della “Coalition to Ban Horse-Drawn Carriages” (Coalizione per l'abolizione delle carrozze trainate dai cavalli) che ha sede a New York, dichiarando la sua solidarietà a Elisabeth Forel coordinatrice delle attività della Coalizione e manifestando inoltre il suo impegno nella battaglia contro le botticelle romane. Sarah May ha ancora aggiunto che non visiterà New York fino a quando non saranno vietate le carrozze.

A New York il neo eletto sindaco Bill De Blasio in campagna elettorale promise di eliminare le carrozzelle con i cavalli, da lui definito un servizio crudele e disumano, ma secondo le ultime notizie provenienti dalla metropoli americana, purtroppo il sindaco è stato costretto a rinviare alla fine dell'anno l'eliminazione del trasporto con gli equidi, a causa delle notevoli resistenze del consiglio comunale e le proteste dei 200 vetturini, delle persone collegate al settore dei cavalli ed infine dei sindacati.

È notizia di questi giorni la protesta degli animalisti della PETA, sempre nella città di New York, sotto la casa dell'attore Liam Neeson che si è schierato a favore delle “carrozzelle a cavallo” di Central Park definendole un aspetto iconico che oltretutto fa lavorare 400 persone.

Ma come è già stato sottolineato, nessuno perderebbe il proprio sostentamento, si tratterebbe soltanto di convertire l'offerta del servizio reso ai turisti!

In definitiva non si può non sottolineare lo stupore nel vedere come una piccola minoranza di persone riesca sempre a spuntarla sulla maggioranza che protegge gli animali. Emerge su tutti il caso della caccia, milioni di cittadini sono contrari ma non si riesce ad abolirla, mentre i cacciatori continuano ad uccidere animali inermi.

Difendendo i diritti degli animali tuteliamo anche i nostri diritti.

Ma per quanto tempo ancora gli animali, e noi cittadini pacifici, dovremo subire i soprusi della aggressiva e conflittuale minoranza?


Ivana Pizzorni è la responsabile della sede romana di SOS Gaia


8 maggio 2014