SOS Gaia
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Un Orangutan ospite del Centro di Riabilitazione per oranghi Samboja Lestari, in Kalimantan, Indonesia

 

"Ho visto cose che voi umani avete determinato e perpetrato senza pietà alcuna. Vi ho visti bruciare e abbattere foreste e dar fuoco a intere tribù, arse vive per mano vostra.

Ho esultato vedendo qualcuno riuscire a fuggire alle fiamme e provato disperazione nel vederlo subito dopo raggiunto dai vostri proiettili e dalle vostre lame mortali.

Nient'altro che orrore potevo sentire quando vi ho visti smembrare corpi e fare incetta di teste, braccia e gambe.

Mi chiamo Harriet, ho un anno di vita e sono una orangutan. Hanno ucciso mia madre quando io ero piccolissima e mi hanno messa in una piccola gabbia, dove sono dovuta stare per tanto tempo, ferma e assordata da un frastuono continuo, finchè qualcuno mi ha portata via...".

 

Ho conosciuto Harriet quando era appena arrivata al Centro di Riabilitazione per oranghi Samboja Lestari, in Kalimantan, Indonesia. È stata strappata alla madre, che ha visto assassinare, ad un'età così tenera che il fatto che sia sopravvissuta è da considerarsi eccezionale. È stata detenuta per quasi un anno sempre in una piccola gabbia, posta accanto ad un generatore di elettricità molto rumoroso.

Harriet è un'oranghina che si dimostra profondamente ferita, chiusa in se stessa e arrabbiata con gli umani; rimane costantemente isolata, abbracciandosi da sola e rifiutando ogni altro contatto fisico. Caccia via le mani che ora cercano di avvicinarla con delicatezza, come se le vedesse ancora sporche di sangue.

Mariangela Ferrero con due oranghi del Centro Samboja Lestari, Indonesia

Avrebbe bisogno di rassicurazione, conforto e cure affettuose, ma non le vuole e chiede invece rispetto e distanza; forse intenzionata a non legarsi ed a non dipendere più da nessuno per non soffrire oltre.

La situazione degli Orangutan (il cui nome significa letteralmente "uomini delle foreste"), che vivono unicamente nel Borneo indonesiano e malese e nella foresta sull'isola di Sumatra, è da molti anni gravissima. Le piaghe che minacciano la loro sopravvivenza consistono nelle grandi industrie che distruggono il loro habitat, deforestando soprattutto per piantare palme da olio (l'olio di palma è impiegato da principali marchi in campo alimentare, cosmetico e combustibile), ottenere legname, carta o terre coltivabili, dalla tratta di cuccioli da immettere sul mercato illegale (che insieme alla deforestazione si stima causi circa 5000 morti annue) e dalla caccia per cibo (che ancora miete circa 1000 vittime l'anno).

La foresta in Indonesia e in Malesia sta scomparendo velocemente. Tra il 2000 ed il 2012 la deforestazione ha ridotto di circa il 40% la foresta primaria indonesiana; si prevede che entro il 2022 il 98% di tutta la foresta indonesiana sarà scomparso. Anzichè uno dei pochi polmoni verdi della Terra, l'Indonesia è divenuto il terzo Paese al mondo per emissione di gas nocivi causati dalle pratiche di deforestazione.

I Centri di Riabilitazione cercano di salvare la vita agli orfani e agli individui sopravvissuti alle pratiche di caccia e deforestazione, e successivamente di reintrodurli in natura, compiendo un lavoro tanto importante quanto impegnativo e difficile. Questi luoghi di Riabilitazione fanno molto per gli orfani, ma nulla possono fare per le centinaia di oranghi massacrati a sprangate, a colpi di macete, a fucilate o bruciati vivi. I Centri sono alla disperata e sempre più difficile ricerca di aree di foresta sufficientemente sicure in cui reinserire gli individui superstiti una volta riabilitati. Purtoppo accade sempre più spesso che gli oranghi sopravvissuti alla scomparsa della foresta in cui vivevano in natura, dopo essere stati riabilitati e reintegrati in una nuova area, data per sicura, non sopravvivano alla seconda distruzione del loro territorio, che avanza incessante ed incurante anche delle zone poco prima ritenute da non deforestare.

Il Samboja Lestari si occupa di riabilitare Orangutan e Sun Bear (Orsi del Sole)

In Indonesia due sono le grandi organizzazioni per la riabilitazione e la protezione degli Orangutan: il BOS - Borneo Orangutan Survival Foundation, al cui coordinamento c'è la nota conservazionista Lone Droscher Nielsen, e l'OFI - Orangutan Foundation International, la cui leader è l'insigne primatologa Birute Mary Galdikas. I più importanti Centri di riabilitazione sono Nyaru Menteng a Sumatra, Tanjung Puting, Samboja Lestari e Wanariset in Kalimantan, tutti in Indonesia, e Sepilok e Semenggok in Malesia.

Gli oranghi sono scimmie antropomorfe a rischio di estinzione, che condividono con noi almeno il 96% del DNA. Sono creature serie, riflessive, composte, pazienti, intraprendenti, portatrici di una loro cultura, dotate di acuta intelligenza, verosimilmente rancorose e ovviamente consapevoli. Gli oranghi sono conosciuti come particolarmente abili solutori di problemi, attenti decodificatori delle emozioni altrui (anche umane), a partire dalle espressioni facciali e dal linguaggio non verbale, e ottimi botanici; sono infatti in grado di curarsi da alcune malattie assumendo piante medicamentose. Sono anche amanti dell'estetica e a questo proposito possono per esempio decorare i loro nidi per la notte. Le madri sono solitamente molto dolci e attente con i loro figli, che accudiscono fino ai 6-8 anni d'età; si tratta del più lungo periodo di maternage nel mondo animale.

Il lavoro dei Centri di Riabilitazione è necessario ed essenziale anche perché senza cure materne adeguate i piccoli orangutan morirebbero. I Centri di Riabilitazione sono dotati di nursery e baby sitter quali madri sostitutive umane, e di percorsi di accudimento ed educazione della durata di parecchi anni per gli oranghi nelle diverse fasi dello sviluppo, che man mano apprendono ad arrampicarsi, a scegliere in modo appropriato i cibi con cui nutrirsi, ad avere paura dei serpenti, a costruirsi il nido per la notte ed a divenire sempre più indipendenti. Le baby sitter gli insegnano ogni cosa e dormono con loro per molti anni.

Il Samboja Lestari ha promosso un Progetto di Riforestazione per la conservazione delle foreste in Indonesia ed ha riforestato 2000 ettari di terra arsa e nuda con piante endemiche, ricreando una grande varietà di flora e ripopolando con successo l'area della fauna autoctona

Il lavoro svolto dai Centri di Riabilitazione, peraltro sempre sovrappopolati, è fondamentale, imponente e prezioso, ma cura il problema senza poterlo risolvere alla radice. Si rendono necessari l'educazione delle popolazioni, un turismo ecologico e responsabile e soprattutto un governo consapevole e capace di promuovere il cambiamento nella direzione più opportuna in Indonesia e Malesia, per conservare le foreste di cui questi Paesi dispongono e che costituiscono la loro più importante ricchezza. Sono in atto per esempio alcuni interessanti progetti che prevedono la certificazione dell'operato delle agenzie disponibili a far monitorare il loro lavoro nell'ambito della produzione di palma da olio ed il Progetto REDD, che paga i Paesi in grado di conservare le loro foreste. Inoltre il Progetto di Riforestazione del Samboja Lestari, il Centro che ospita Harriet, costituisce un ottimo ed illuminato esempio di come si possa, investendo denaro ed energie, ricreare l'habitat naturale di queste zone. Il Samboja Lestari ha riforestato 2000 ettari di terra arsa e nuda con piante endemiche, ricreando una grande varietà di flora e ripopolando con successo l'area della fauna autoctona.

Il Samboja Lestari si occupa di riabilitare Orangutan e Sun Bear (Orsi del Sole) e compie un lavoro amorevole, attento e ben organizzato. Si tratta di un posto molto bello ed accogliente, che invito tutti a visitare e supportare.

Harriet è perciò in ottime mani e confido che quando tornerò a trovarla avrà fatto grandi progressi; ma a migliaia di altri oranghi è toccato e sta toccando un destino terribile. Facciamo tutto ciò che possiamo per invertire questa rotta nefasta.

Per info: www.sambojalodge.com

Mariangela Ferrero, Psicologa clinica e Psicoterapeuta, si occupa anche di miglioramento del benessere e riabilitazione psicosociale dei Primati non umani in cattività


12 settembre 2014


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