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Martedì 12 maggio scorso il Coordinamento No Zoo, costituito da numerose associazioni animaliste e ambientaliste torinesi, ha tenuto una conferenza stampa al Palazzo Civico di Torino per spiegare ai media, al pubblico e ai consilieri intervenuti le ragioni del suo dissenso sull’eventualità della riapertura dello zoo al Parco Michelotti.

La Sala del Comune di Torino dove si è svolto il “Diritto di Tribuna”

L’incontro, denominato “Diritto di Tribuna”, è la conseguenza delle prime 500 firme della petizione consegnate dal Coordinamento per impedire l’utilizzo di animali vivi nel suddetto parco. I promotori della petizione ed il medico veterinario Enrico Moriconi hanno illustrato le motivazioni della petizione popolare indirizzata al Sindaco di Torino e al Presidente del Consiglio Comunale per esprimere il proprio dissenso.

SOS Gaia ha realizzato un servizio con interviste ai promotori della petizione e all’assessore all’Ambiente, di cui pubblichiamo qualche stralcio.

Dino Goletti, primo firmatario della petizione, ha dichiarato:  “La chiusura del precedente zoo nel 1987 è stata una scelta di civiltà in quanto si voleva superare una condizione di prigionia nei confronti di esseri senzienti, sradicati dai loro ambienti e portati in ambienti completamente estranei alla loro vita. Tuttavia nel dicembre scorso abbiamo appreso che l’amministrazione comunale ha intenzione di aprire quest’area a investimenti privati finalizzati a un mero guadagno economico,  senza escludere la presenza di animali vivi tenuti in cattività. Per noi tutto questo non è accettabile.”

Enrico Moriconi, medico veterinario, ha esposto una relazione in cui è  emersa l’inutilità e la dannosità degli zoo per gli animali. “Gli zoo non hanno una finalità educativa né di conservazione delle specie a rischio visto che le specie a rischio negli zoo sono solo il 2%. Ma soprattutto ci sono le prove scientifiche che gli animali negli zoo soffrono” ha dichiarato Moriconi.

Emilio Soave, vicepresidente di ProNatura Torino, afferma: “La nostra preoccupazione è nata dal fatto che il Consilio Comunale ha approvato una delibera che dà il via ad un bando per una cosiddetta ‘concessione per valorizzazione’, con una connotazione molto incerta. Quando si cominciò a discutere questa delibera in Consilio Comunale emerse la notizia, da indiscrezioni, che c’era un interesse forte da parte di Zoom per collocare una succursale del bioparco di Cumiana in Parco Michelotti, cosa che ci ha molto preoccupato.”

Armando Monticone di Legambiente, membro supplente della Consulta Animalista della Città di Torino, lamenta il fatto che la Consulta non è stata consultata sulla delibera. “Il regolamento prevede che la Consulta sia appunto ‘consultata’ in modo formale su tutte le questioni che riguardano la vita degli animali in città. In questo caso parliamo di un’area in cui nella delibera si prevede la possibilità di utilizzo di animali, cosa che tutte le associazioni animaliste e ambientaliste contestano, quindi mai come in questo caso la Consulta Animalista doveva essere consultata.”

L’intervista all’Assessore all’Ambiente Enzo Lavolta

Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente, dichiara: “Le associazioni animaliste non si devono preoccupare. A 28 anni di distanza dalla chiusura del vecchio zoo non avvertiamo il bisogno di aprirne uno nuovo. Tuttavia avvertiamo il bisogno che un’area di pregio eccezionale punto di vista naturalistico come quella del Parco Michelotti possa essere valorizzata e fruita dai cittadini. Non comprendo la preoccupazione degli animalisti: nella delibera abbiamo inserito che venga rispettato il regolamento tutela animali della Città di Torino, un regolamento di cui siamo orgogliosi e ci mancherebbe altro che l’amministrazione non lo rispetti.”

Le associazioni del Coordinamento No Zoo tuttavia continuano nella loro azione contestando la delibera che prevede l'attivazione di una procedura di affidamento in concessione con l’aggiudicazione secondo il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, garantendo al soggetto privato vincitore una gestione temporale dell’area di durata trentennale. Inoltre la procedura proposta nell’atto deliberativo crea un rischioso precedente, favorendo la possibilità di dare il via ad altre operazioni di privatizzazione dei parchi cittadini.

A questo proposito il Coordinamento No Zoo ha attivato una nuova petizione, presente anche online, con i seguenti obiettivi:

NO alla presenza di animali nel Parco

NO alla logica della privatizzazione del bene pubblico

SI alla gestione del privato sotto convenzione che ne garantisca al meglio la pubblica fruizione, sotto controllo pubblico

NO alla pregiudiziale della migliore offerta economica

SI al miglior progetto sostenibile economicamente; reversibile, con possibilità di rivalsa da parte della Città qualora non correttamente realizzato e gestito

SI all’abbattimento delle costruzioni precarie presenti per riportare a naturalità il luogo

NO ad attività disparate di carattere commerciale, turistico, sportivo, senza garanzie per la fruizione pubblica dell’area nel suo complesso

NO ad un bando ad personam in base a offerte già avanzate

SI alla valenza didattica e ad attività protette per i bimbi.

Coordinamento No Zoo:

LAV Lega Anti Vivisezione, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, L.I.D.A - Lega Italiana dei Diritti dell'Animale, ProNatura Torino, SOS Gaia, Ecopolis, Molecola - Circolo Legambiente Torino, OIPA, Le Sfigatte, "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" - Comitato di Torino, Associazione META - sezione di Torino

 

Per firmare la petizione online:
www.change.org/p/no-zoo-a-torino


Vedere video: No Zoo a Torino
 

14 maggio 2015