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La Commissione Europea ha avuto paura della proposta di 1.173.130 cittadini, rifiutando la proposta “Stop Vivisection” di abrogare o modificare la direttiva 2010/63 sulla vivisezione.

Nonostante gli evidenti errori del modello animale e i numerosi esperti in materia che hanno sottolineato con dati tangibili il pericolo, anche per l’uomo, di un metodo non scientifico in grado di essere manipolato in base al risultato che si vuole ottenere, la Commissione ha comunicato (http://ec.europa.eu/environment/chemicals/lab_animals/pdf/vivisection/it.pdf) infatti che non intende presentare una proposta di abrogazione della direttiva 2010/63/UE, né proporre l'adozione di un nuovo quadro legislativo.  

La posizione espressa dalla Commissione -  che dimentica che la stessa direttiva europea prevede all’articolo 58 l’impegno “a riesaminare la direttiva entro il 10 novembre 2017 tenendo conto dei progressi nello sviluppo di metodi alternativi che non prevedono l’uso di animali e propone modifiche se necessarie” - esorta però tutti i soggetti coinvolti, dagli Stati membri alla comunità scientifica, a impegnarsi verso i metodi alternativi.

Questi principi, però, sono espressi sulla carta da oltre 25 anni, e non trovano adeguato sostegno economico, culturale e politico. Non basta infatti scrivere ideologicamente - come fa ancora oggi Bruxelles - che ogni centro di ricerca dovrebbe impegnarsi a ridurre/sostituire il numero degli animali, ci vogliono corsi di formazione per studenti e ricercatori, fondi per convertire gli stabulari in laboratori che usino tecniche di sperimentazioni senza animali, e soprattutto un sistema di controllo efficiente con ispezioni e comitati etici indipendenti che non abbiano conflitto di interessi.

Si tratta quindi di un’occasione mancata che poteva dare le gambe a una ricerca innovativa e poteva portare speranza, non solo agli animali che ogni giorno subiscono violenze e morte nei laboratori, ma anche ai malati che aspettano una cura, e ai cittadini che troppo spesso rimangono delusi da Istituzioni in mano a lobby economiche o di potere.

Unica nota positiva, l’impegno del Governo comunitario ad organizzare una conferenza il prossimo anno su “come compiere ulteriori passi verso l'obiettivo dell'abolizione della sperimentazione animale”. La LAV continuerà a lottare affinché le Istituzioni passino dalle parole ai fatti, fino all’abolizione della vivisezione.

 

Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 329.0398535

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L'appello di Jeremy Rifkin contro la vivisezione



6 giugno 2015