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Impronta di un cane di duemila anni fa a Torino

 

La Porta Palatina di Torino rappresenta la principale testimonianza archeologica dell'epoca romana della città ed è una delle porte urbiche (porte cittadine, da “urbe”: città) del I secolo a.C. meglio conservate al mondo.

Oggi si scopre casualmente che nel prato del giardino che circonda le Torri Palatine c’è l’impronta di un cane che potrebbe risalire addirittura a 2.100 anni fa. La scoperta è stata fatta da un passante che abitualmente ama passeggiare nell’area monumentale delle Palatine con il suo cane.

Il calco dell’orma di un cane è inciso in una grande piastrella di terracotta, resto di vecchi selciati e muretti nella zona della porta romana.

È quasi certo che il segno della zampa, perfettamente inciso con la forma dei quattro polpastrelli e delle unghie, sia stato lasciato da una cane del primo secolo a.C. La costruzione della Porta Palatina risale infatti a quegli anni.

Era uso dell’epoca che i mattoni e gli altri elementi di terracotta venissero prodotti in fornaci allestite presso il cantiere: dopo la cottura venivano messi ad asciugare e passavano ai carpentieri.

Poteva accadere che nelle fase della produzione gli operai lasciassero l’impronta delle proprie dita sul materiale ancora morbido: in alcuni casi si possono ancora rilevare.

Può essere che un cane, che dall’impronta sembra appartenere alla famiglia dei pastori tedeschi, sia entrato nel cantiere e abbia appoggiato la zampa sulla grande mattonella che stava asciugando.

Lasciando così la sua firma sulla mattonella preistorica.

Quasi a ricordare che la Storia non è fatta solo di uomini, ma anche di altri esseri senzienti che condividono il nostro stesso destino.

 

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30 Novembre 2016