SOS Gaia
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Le macache faccia rossa negli onsen, le stazioni termali giapponesi, nel parco montano di Jigokudani
Le macache faccia rossa negli onsen, le stazioni termali giapponesi, nel parco montano di Jigokudani

 

Bellissimo il Giappone. Proprio come l'immaginavo, nei paesaggi, nei contrasti, nell'eleganza compita. Suggestivo e avvenente. Fin da giovanissima avrei voluto visitarlo ma sono stata prima in diversi altri Paesi, in particolare per placare, ma alla fine coltivando, il mio mal d'Africa.

In Giappone è tutto nuovo, tutti sono gentili, corretti, super-organizzati; è uno Stato all'avanguardia, pulitissimo, senza smog, che dimostra rispetto per gli altri e per l'ambiente.

Ci sono templi meditativi ed affrescati e spazi verdi tra i grattacieli. Non si vede né percepisce delinquenza alcuna; ognuno lascia la propria bicicletta incustodita e senza lucchetto, spesso con gli oggetti personali o la spesa nel cestino; qualcun altro lascia direttamente il proprio zaino pieno, appeso al mancorrente di una stazione per evitarne l'ingombro mentre va a far commissioni.

Un altro mondo rispetto al nostro italiano, una dimensione altamente tecnologica, molto rassicurante per più versi e diversamente accogliente.

Come psicoterapeuta mi occupo non solo di primati umani, la nostra specie, ma anche di primati non umani, e li ho raggiunti in molti centri di recupero e strutture nel mondo. Ho lavorato per aiutarli in Europa, in Asia e soprattutto in Africa; ma anche quando sono in viaggio, non per motivi di lavoro, spesso vado ad incontrarli, in natura o in cattività. Come potermi perdere quindi, in viaggio per il Giappone, le icone primatologiche del luogo?!

Le madri tengono abbracciati i loro figli per ripararli dal vento gelido e dalla neve
Le madri tengono abbracciati i loro figli per ripararli dal vento gelido e dalla neve

Ci sono i noti macachi giapponesi, in particolare quelli che si trovano nel parco montano di Jigokudani a far le terme, c'e la nota scimpanzé Ayumu con il Prof. Tetsuro Matsuzawa nell'Istituto di Ricerca dell'Università di Kyoto e sapevo esserci il Bioparco primatologico più grande del mondo. Date le premesse, avevo aspettative francamente elevate.

Mentre visitavo strade con modernissime architetture, templi, castelli e verdi parchi, mi domandavo, “dopo cotanta bellezza e avanguardia di cosa si riempiranno i miei occhi”? Beh, dopo è stato il tempo delle fiere macache faccia rossa negli onsen, ovvero vasche naturali di acque caldissime, libere e per nulla interessate all'uomo ed ai suoi oggetti. Sia i vapori più caldi che venti gelidi e neve le avvolgono. Le femmine proteggono i figli e tutto il gruppo, vegliando su di esso.

La specie è piuttosto aggressiva e qui sono parecchi gli individui che hanno qualche ferita. Non tutti, ma solo i più alti in rango, possono accedere alle acque ristoratrici; gli altri devono restare esposti alla gelida temperatura esterna e le madri tengono abbracciati i loro figli per riscaldarli. Tutti sono visibilmente poco contenti che gli umani li avvicinino e fotografino, ma al contempo non sembrano particolarmente stressati da queste interferenze, fortunatamente non massicce, dato che il luogo è ameno e fa davvero freddo.

Ho sperimentato gli onsen bollenti e la temperatura del vento innevato ed ho avuto anche il piacere di essere raggiunta da una macaca mentre facevo il bagno. Si, perché ci sono onsen riservati alle scimmie, altri riservati alla nostra specie, ed uno solo a cui è permesso l'accesso ad entrambi. Ovviamente l'avevo prenotato prima di partire dall'Italia.

I macachi di Iwatayama Park sembrano stressati dalla presenza dei visitatori
I macachi di Iwatayama Park sembrano stressati dalla presenza dei visitatori

Dopo lo spettacolo dei macachi di Jigokudani, a tratti crudo ma spesso poetico, è arrivata la volta del colle di Arashiyama, Iwatayama Park, dove è risaputo che i macachi vivano liberi, con un'intera collina dotata di bosco a loro disposizione. Appena giunta mi rendo conto del fatto che il luogo sia parecchio turistico, sebbene la lunga salita possa costituire una dissuasione. Nessuna scimmia lungo il cammino, nonostante la stradina sia tutta nel bosco; va bene mi dico, avranno ampio spazio a loro disposizione ed eviteranno di venire proprio vicino alla strada percorsa dai visitatori. Però non mi pare ci siano alberi da frutto e non so se quelli che vedo abbiano foglie o bacche commestibili; certo c'è dell'erba, quella è commestibile, ma non è molta.

Arrivo a destinazione, sulla cima della collina, da cui è possibile godere di una bella vista su tutta la città di Kyoto. Lo spettacolo è triste: alcuni macachi sono chiaramente stressati dalla presenza dei visitatori, tant'è che sono diversi i soggetti che sembrano soffrire di dermatite o comunque che hanno zone di cute senza pelliccia. Mendicano cibo dai visitatori, che possono acquistarlo in piccoli sacchetti e passarglielo attraverso le grate dell'unica stanza presente in uno spiazzo centrale. Solo i più alti in gerarchia possono legittimarsi a prendere il cibo ed anche tirarlo agli altri è rischioso, oltre che vietato, perché si potrebbe così causare una rissa.

Particolarmente significativo trovo il fatto che qui sia possibile fumare, proprio al centro dello spiazzo centrale, dove si concentrano i macachi, mentre in tutto il Giappone è proibito e per farlo bisogna recarsi nelle apposite smoking room.

Japan Monkey Centre, parecchie scimmie tutte insieme in gabbie piccolissime, vecchie e maleodoranti
Japan Monkey Centre, parecchie scimmie tutte insieme in gabbie piccolissime, vecchie e maleodoranti

Mi rassicura vedere soltanto una trentina di macachi, mentre il loro numero nel parco dovrebbe essere di 130 circa; gli altri quindi saranno in giro, spero allegri. Mi fa piacere anche ciò che accade mentre sto ridiscendendo la strada per andare via. Ho percorso poca della via del ritorno quando un giovane macaco mi sferra un attacco balzando sui rami sopra la mia testa, scuotendoli con forza e urlando. Lo guardo e saluto con deferenza; bene, una dimostrazione di forza e fierezza.

Questa visita mi lascia alcune sensazioni dubbiose sulla bontà di ciò che ancora mi aspetta; c'è infatti il posto più turistico ancora da visitare, il Japan Monkey Centre, che dovrebbe essere il Bioparco primatologico più grande del mondo, per ben 67 specie di primati non umani.

Passa solo un giorno prima che mi trovi lì a dirmi “quanta ragione aveva la mia pancia!”.

Si, perché fa una certa impressione vedere un gorilla, una creatura sociale ed emotiva come tutti i primati, da solo in una stanza praticamente vuota, gli occhi depressi di uno scimpanzé spelacchiato ed accartocciato su se stesso in un angolo e parecchie altre scimmie tutte insieme in gabbie piccolissime, vecchie e maleodoranti. Si tratta spesso di stanzette buie, che in alcuni casi per larghezza non arrivano ai due metri, con stipati gruppi di primati.

Fanno grandemente eccezione, dato il forte divario, alcune strutture davvero notevoli: l'area dei Macaca fascicularis, i macachi giapponesi, ampia, con una enorme impalcatura a piani, senza sbarre e protetta dalla vicinanza dai visitatori, la struttura futurista con passerelle sopraelevate e sfera in cui arrampicarsi per alcuni dei gibboni e per esempio le piccole aree dei lemuri e dei saimiri, verdi e senza sbarre.

Non posso che complimentarmi per le strutture all'avanguardia e sconcertarmi per il drammatico anacronismo delle altre; credo che l'avanzamento, l'accoglienza ed il rispetto giapponesi debbano di certo rivolgersi al più presto anche a questi intelligentissimi e consapevoli nostri fratelli e mi domando quale piano di miglioramento delle strutture e delle condizioni di vita dei suoi ospiti meno fortunati abbia l'esimio Direttore Prof. Matsuzawa e con quali tempi ritenga di poter attuare tale piano.

Japan Monkey Centre, l'area dei Macaca fascicularis, i macachi giapponesi, una struttura futurista con passerelle sopraelevate e sfera in cui arrampicarsi per alcuni dei gibboni Japan Monkey Centre, uno scimpanzé spelacchiato ed accartocciato su se stesso in un angolo
Japan Monkey Centre, l'area dei Macaca fascicularis, i macachi giapponesi, una struttura futurista con passerelle sopraelevate e sfera in cui arrampicarsi per alcuni dei gibboni Japan Monkey Centre, uno scimpanzé spelacchiato ed accartocciato su se stesso in un angolo


Mariangela Ferrero è Psicoterapeuta ed Etologa esperta in primati non umani

 

8 Gennaio 2017

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