SOS Gaia
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Monica Cirinnà con i primi beagle salvati dal canile-lager Green Hill. Il momento commovente del loro arrivo a Roma

Monica Cirinnà racconta a Shan Newspaper le sue appassionate battaglie in difesa degli animali: dalla vittoria del caso Green Hill alla lotta per i cavalli delle “botticelle” romane. Le sue campagne contro la vivisezione e la caccia



Abbiamo incontrato nel suo ufficio Monica Cirinnà, responsabile politiche animali del PD Lazio, consigliere del Comune di Roma e presidente della Commissione delle Elette. Nel 1991 fu, tra gli altri, socia fondatrice dell’Associazione Gattofila ARCA, Associazione Romana Cura Animali, nata per proteggere i gatti liberi e le persone che li accudiscono, per organizzare le colonie feline, per sfamare i mici e infine per sterilizzarli a spese delle istituzioni pubbliche, come previsto dalla legge. Nel 1993 venne eletta per la prima volta Consigliere del Comune di Roma e il sindaco Francesco Rutelli la nominò “Consigliera Delegata alle Politiche per i Diritti degli Animali”, incarico che mantenne per molti anni anche quando in seguito fu eletto sindaco Walter Veltroni.

In veste di Consigliera Delegata, Monica Cirinnà fu la prima politica in Italia ad aprire un “Ufficio dei diritti degli animali”, da lei stessa definiti “diritti dei cittadini non umani”, iniziativa di molto successo in quanto ebbe un seguito negli altri comuni grandi e piccoli, che aprirono anch’essi un identico Ufficio. Grazie alla nascita di queste sedi, finalmente fu possibile sancire e tutelare i diritti degli esseri non umani, all’interno di regole precise e con il supporto delle istituzioni locali, sia in caso di denuncia di abusi nei loro confronti, sia in caso di altre necessità. Purtroppo questo importantissimo Ufficio, una conquista degli animalisti, è stato chiuso dalla giunta dell’attuale sindaco, Gianni Alemanno.

Monica Cirinnà ha dedicato tutta la sua vita agli animali, ma si è anche prodigata al supporto e alla protezione delle donne bisognose, svolgendo il suo impegno come presidente della Commissione delle Elette, un organismo provinciale che ha la finalità di promuovere e programmare politiche rivolte al conseguimento di pari opportunità tra donne e uomini.

I numeri tatuati sulle orecchie dei beagle denotano il segno del loro destino di animali da laboratorio, prima di essere salvati

Abbiamo chiesto a Monica Cirinnà gli ultimi aggiornamenti relativi alla campagna adozioni dei cani di Green Hill, il canile lager di Montichiari di Brescia dove venivano allevati i beagle destinati ai tavoli della vivisezione, per fortuna chiuso lo scorso luglio. Un caso che ha tenuto tutti coloro che amano gli animali con il fiato in sospeso fino alla vittoria dello scorso luglio, vittoria di cui Monica Cirinnà è stata una delle protagoniste.

Finalmente l’86% delle persone contrarie alla vivisezione sono riuscite a far valere le loro ragioni facendo sequestrare il canile lager di Green Hill. La campagna di affido dei cani ha avuto un notevole successo, i primi beagle adottati a Roma hanno viaggiato con te insieme agli agenti della Forestale e ai rappresentanti della Lav e di Legambiente. Una bella esperienza, ci racconti come è andata?

Intanto vi ringrazio di questa opportunità che mi date di parlare di una cosa che mi ha coinvolta in prima persona e soprattutto di parlare di un argomento del quale la politica si occupa poco. La legge contro la vivisezione in recepimento di quella europea è ancora ferma al Senato, in parte anche per responsabilità dei senatori del PD, e questo non permette che la voce dell'86% degli italiani contrari alla vivisezione si faccia sentire.

Green Hill è stata soprattutto una vittoria delle associazioni e della società civile, è stata inoltre la prova che gli italiani hanno un grande cuore e aprono la porta della loro casa pur di aiutare un animale in difficoltà. Quindi una grande vittoria soprattutto di Legambiente e della LAV, le due associazioni che hanno condotto la battaglia giudiziaria.

Vi ricordo che il canile di Green Hill è stato sequestrato per maltrattamento degli animali, anche se in realtà non era il posto dove si faceva sperimentazione, ma un allevamento dove venivano cresciuti questi beagle che poi erano venduti ai vari luoghi di sperimentazione. Poiché i cani erano però tenuti in modo pessimo, un magistrato coraggioso di Brescia ha fatto eseguire un sequestro preventivo per salvarli. Subito dopo è partita la grande campagna di adozioni; se pensate che i primi animali sono usciti il 25 luglio, vi rendete conto anche delle enormi difficoltà incontrate nel farli adottare in un periodo difficile come quello delle vacanze.

Monica Cirinnà durante l’intervista

Il 3 agosto scorso, il Tribunale del Riesame di Brescia ha disposto il dissequestro della struttura di Green Hill, ma ha confermato il sequestro probatorio di tutti i cani avviandoli verso l’adozione definitiva. A che punto sono le adozioni?

Anche io sono affidataria pro-tempore di una magnifica beagle che ho chiamato “Libera”: io e mio marito non potevamo che chiamarla così. Per trasformare l'adozione da temporanea a definitiva, adesso è partita la campagna di affido definitivo che ovviamente ha una fase preliminare: bisogna riferire al magistrato la condizione di vita del cane nella singola famiglia, va ovviamente riscontrato che il cane sia in ottime mani e in ottime condizioni di salute e soltanto dopo verrà fatto l'atto di affidamento. In questo momento non è neanche possibile iscrivere questi cani all'anagrafe canina anche se, ovviamente, possono essere curati. Per esempio Libera è stata dal veterinario più volte perché uscendo da quel canile aveva vari malanni, una tosse da canile dovuta a una infezione della gola, la dissenteria, un problema di difficoltà di crescita, inoltre aveva bisogno del vermifugo, dei vaccini, insomma poverina è stata veramente tante volte dal veterinario. È chiaro che un affidatario che decide di salvare un cane investe una parte importante della sua vita e del suo denaro, per far sì che il cane stia il meglio possibile. Ecco, nel momento in cui avremo riscontrato in tutta Italia che le famiglie sono quelle giuste, allora potrà esserci l'adozione definitiva.

Io sono felice di aver portato i primi otto beagle a Roma, ma in tutta la città, cani provenienti da Green Hill ce ne sono 30-40 circa, in quanto la capitale è una piazza di adozione molto ampia; devo aggiungere anche che la gestione delle adozioni l'abbiamo fatta in tandem con l'Associazione dei Volontari del Canile di Porta Portese, che gestisce le adozioni del Canile della Muratella. Sono stati tantissimi i cittadini che non hanno ricevuto i beagle perché ritenuti non idonei, ma hanno avuto un cane del canile, perché ovviamente se sei disponibile per una adozione lo sei per tutti i cani e non solo per i cani di razza.


L’articolo 14 della legge presentata da Michela Vittoria Brambilla vieta l’allevamento per la sperimentazione in vivo dei cani, dei gatti e dei primati. La legge è stata scritta in recepimento della legge comunitaria del 2011 e ha ottenuto il parere positivo della Camera dei Deputati, ma è ferma al Senato. Ad agosto la XIV Commissione si è riunita soltanto per prendere atto della mancanza dei pareri delle altre Commissioni… È preoccupante, ancora rinvii?

Il recepimento della Direttiva europea ha nell'art. 14 i requisiti minimi, diciamo la tecnica della riduzione del danno, per fare in modo che la vivisezione in Italia sia regolata nel modo più stringente, limitandola soltanto a determinate pratiche, perché purtroppo non può essere abolita. Riducendo ed eliminando il più possibile cani e gatti, escludendo le scimmie, senza dimenticare le cavie e altri animali. Questo lavoro è stato fatto trasversalmente e non solo dalla Brambilla, anche ad esempio dalla senatrice Amati del PD e da molti altri parlamentari di tutti gli schieramenti.

La Commissione è ferma ma io ricordo che abbiamo il parere favorevole del Ministero della Salute, quindi se esso stesso dà il parere favorevole alla stesura di questo testo molto stringente che è stato già approvato dalla Camera, non vedo perché dobbiamo aspettare altre Commissioni. Tutti sanno che sono animalista, mi rivolgo anche ai miei parlamentari, non sono comprensibili le ragioni del senatore Ignazio Marino che vede nelle restrizioni dell'articolo 14 un danno per la ricerca. O salvaguardiamo i diritti degli animali o la ricerca va fatta sempre su tutto perché finalizzata all'uomo. Allora ancora antropocentrismo?

 

Monica Cirinnà con Ivana Pizzorni in un momento dell’intervista

Quindi sono i medici che si oppongono. Ignazio Marino, senatore, presidente della 12° Commissione Permanente Igiene e Sanità nell'attuale legislatura, è un medico prestato alla politica.

Si, e io spero sempre che certi prestiti non siano definitivi.


Parliamo delle “botticelle” romane, un anacronistico mezzo di trasporto. Sono anni che ti prodighi a favore dei cavalli. Questa estate un cavallo si è sentito male per il gran caldo. A seguito di questo fatto la manifestazione svoltasi a Piazza di Spagna è sfociata nella violenza, gli animalisti picchiati dai vetturini e viceversa, per finire con vari arresti. I vetturini hanno annunciato per settembre una manifestazione in difesa del loro lavoro, mentre tu per la salute dei cavalli chiedi giustamente la revoca del servizio delle “botticelle”. A che punto è la tua proposta?

Il problema delle botticelle è un mio dolore... Un modo di trasporto anacronistico a cui la maggior parte dei romani si è già dimostrata contraria, ma che purtroppo è ancora classificato come trasporto pubblico. Io penso che siamo in un momento tristissimo per il nostro paese, per l'economia e per la vita di tante persone e ovviamente non voglio mettere in strada 48 famiglie, non voglio affamare i vetturini. Ho presentato in Consiglio comunale una proposta di delibera che prevede ben sette opzioni di lavoro per questi signori, la principale è la trasformazione della loro licenza da “botticella” a taxi, poi il noleggio con conducente, e ancora il noleggio di biciclette e tanti altri servizi per i turisti. Ho proposto sette opzioni, ma se ne possono aggiungere tante altre.

Il punto però è uno solo: a questi signori conviene rimanere conduttori di “botticella” perché, come sapete, non c'è tariffa, non c'è contapassi, non c'è tassametro, non ci sono regole o limiti di tempo, non c'è nessuno che li controlla, e allora quando con una corsa di 40 minuti il vetturino può guadagnare 250 euro, ovviamente non ha alcun interesse alla licenza taxi.

Però mai dire mai, sto esaminando con i miei avvocati ex compagni di studio, perché anche io prima ero un avvocato, una nuova ipotesi di intervento su questa questione. In politica bisogna sempre essere corretti, e pur avendo introdotto tutte le regole di difesa dei cavalli, in 14 anni di governo non sono riuscita ad abolire le “botticelle” perché i miei sindaci erano contrari. Proprio per questo non posso pretendere da un sindaco che non è della mia parte politica di fare quello che io stessa non sono riuscita a fare. Però sostengo anche che la politica deve essere al passo con i tempi.  Probabilmente 14 anni fa era troppo presto per affrontare il problema delle botticelle, mentre adesso è maturo per essere risolto. Quindi, forse, oggi il sentire della gente di questa città è cambiato.

Una campagna di Monica Cirinnà in difesa dei capretti sacrificati ogni anno per le feste pasquali


Arriviamo al problema della caccia. In Piemonte le associazioni animaliste hanno ottenuto una vittoria storica. Il TAR ha accolto il ricorso di LAC, Pro Natura e SOS GAIA fermando la stagione venatoria. Purtroppo soltanto qualche giorno dopo, il veto del TAR è stato in parte aggirato e anche se la stagione di caccia non inizierà, è comunque stata autorizzata quella al cinghiale. Nel Lazio sembra che l’apertura della caccia sia stata rinviata per proteggere la fauna selvatica, già sofferente per la grave siccità estiva.

Nel Lazio c'è stato un ricorso al TAR del WWF che è riuscito a fermare la pre-apertura, all'inizio prevista soltanto per gli uccelli. Ovviamente la giunta Polverini e l'Assessore all'Agricoltura della regione Lazio non si sono curati del grave problema, nonostante il parere dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale, che il 27 agosto scorso indicò a tutte le regioni italiane “... i provvedimentidi regolamentazione dell'attività venatoria che andrebbero assunti dalle Amministrazioni Regionali per ridurre il rischio di gravi danni alle popolazioni selvatiche che attraversano condizioni di particolare vulnerabilità a causa del perdurante periodo di siccità...”

Nonostante questi importanti suggerimenti, alla regione hanno inserito tra gli uccelli cacciabili il colombaccio che è protetto. Per fortuna il parere contrario dell'ISPRA ha permesso al TAR di dar ragione al WWF. Questo dimostra l'incompetenza e l'irragionevolezza di chi ancora per quattro voti pensa di fare un regalo ai cacciatori. Ed è proprio questo il punto di fondo: in Italia va cambiata la legge 156 sulla caccia, in tutti gli altri paesi d'Europa si caccia nelle riserve e si caccia nelle aree di proprietà quando il titolare lo permette. In Italia è il contrario. Io faccio agricoltura da tanti anni e se non voglio il cacciatore nel mio terreno devo recintare a mie spese, chiudere il fondo per evitare che le persone possano entrare, mentre in tutto il resto d'Europa proprio per il rispetto della proprietà privata, si caccia solo nelle riserve.

Ma preciso che sono contraria a tutta la caccia, anche nelle riserve, sono contraria a chi dice di praticare uno sport mentre in realtà uccide e basta. Ormai non si va a caccia per fame o per necessità, per nessun altro motivo che non sia il divertimento di chi gode nel vedere il sangue, non ho altra spiegazione. E non mi vengano a raccontare che c'è l'indotto di chi lavora, i vestiti dei cacciatori, le armi, i proiettili, perché tutti gli indotti nel momento del cambiamento in qualche modo si riciclano. Io penso che un'azienda che fa i giacconi per i cacciatori, se non esiste più la caccia farà i giacconi per gli sciatori o per quelli che vanno in barca. Noi siamo pacifisti da sempre e credo che le armi vadano abolite il prima possibile anche se l'Italia è una grande produttrice di armi. Ma non c'è crisi che tenga davanti al pacifismo. Io alzo le mani e anche in questo settore preferisco una politica di reinvestimento industriale.

Ci si sente impotenti davanti allo strapotere della lobby dei cacciatori.

È una lobby molto radicata e trasversale, una lobby che purtroppo sostiene il PD in alcune regioni come la Toscana e l'Emilia Romagna. Sono tanti i cacciatori della nostra area politica. Però è anche molto sostenuta e molto sponsorizzata dalla Lega e dal PDL. Quindi la trasversalità in Parlamento li rafforza. Il sentire comune però deve trovare anche una voce. Ricordatevi come abbiamo perso il referendum sulla caccia con il famoso slogan “..tutti al mare...” di Bettino Craxi! Oggi i tempi sono maturi per riproporre il referendum e per una revisione della legge 156 da parte del nuovo Parlamento. Credo che il mio partito si impegnerà in questo compito anche se in alcune regioni la situazione è un po' difficile.

 

Ringraziamo Monica Cirinnà e le auguriamo ogni successo nella sua lotta per i diritti dei cittadini non umani, la fascia più debole tra le deboli.

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21 Settembre 2012

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