di Monica Fontana
Relazione presentata alla seduta della VI Commissione del Consiglio Comunale di Torino il 6 giugno 2017
Il sostenere i diritti degli animali è differente dalle altre rivoluzioni dei diritti in quanto è un movimento non portato avanti in prima persona dagli interessati poiché non sono in condizioni di promuovere la loro causa, sono allora gli esseri umani spinti da empatia e ragione a favorire il riconoscimento degli interessi degli animali. Se siamo qui a parlarne è perché non c’è dubbio che ancora esiste indifferenza nei confronti del loro benessere ed una delle tante realtà che purtroppo lo conferma è lo Zoo. La città di Torino sta rendendo possibile l’installazione di un giardino zoologico in un area verde di diritto pubblico. Grandi cambiamenti si attendevano da parte dell’amministrazione attuale che invece desta preoccupazione perché quella direzione di novità che doveva essere rappresentata dalla nuova Giunta risulta assente, la città non è accompagnata e rappresentata nella sua crescita di sensibilizzazione per combattere l’indifferenza nei confronti del benessere degli animali e neppure nella doverosa crescita politica per la tutela dei Beni Comuni, trovandoci di fronte alla logica della privatizzazione del Bene Pubblico ragionando in termini di interesse puramente economico non tenendo in considerazione i diritti dei cittadini e degli animali. Parco Michelotti parco pubblico, Bene Comune di diritto pubblico da poter liberamente fruire viene concesso a privati.
Il Bene pubblico, diritto della persona in quanto cittadinanza e comunità diventa la vittima sacrificale di una cieca legge di mercato al solo fine di “fare cassa”: sostanziale privatizzazione del Bene Comune proposta come la sola possibile soluzione senza ascoltare le istanze provenienti dalla cittadinanza. In quanto Bene Comune tutti devono avere la possibilità di goderlo, poterne fruire escludendo la privatizzazione che implica la privazione, il venir meno ai cittadini di un bene di loro diritto avente come fine il benessere della comunità. Il Bene Comune non deve rimanere semplicemente un termine di convenienza in occasione di programmi elettorali, bensì una partecipata realtà da vivere condividendola al meglio tra le differenti energie attive sul territorio per cercare e trovare quelle soluzioni che derivano dalle proposte dei cittadini. La fruizione collettiva compete al Bene Comune che non coglie la sostenibilità della pura legge di mercato poiché di dimensione collettiva, nell’interesse pubblico di libera fruizione e godimento da parte della cittadinanza implicante la “titolarità diffusa” nel senso che tutti devono poter accedervi senza che nessuno possa vantare pretese esclusive, rendendo possibile l’attuazione dei diritti della collettività. Bene Comune quale specifico bene di interesse pubblico da condividere da tutti i membri della comunità in quanto proprietà collettiva implicante l’uso civico, diritto di libero godimento collettivo. E’ andando oltre la logica del mercato che si privilegia l’attenzione alle esigenze del Bene Comune liberamente godibile e fruibile dalla cittadinanza consolidando l’innegabile diritto di avvantaggiamento della collettività, evitando la sottrazione al godimento comune.
Monica Fontana
Responsabile Leal Torino
Membro della Consulta Animalista Comune di Torino