Fagioli, piselli, fave, lenticchie e ceci sono le più utilizzate varietà di legumi |
Le società scientifiche internazionali di nutrizione concordano sui vantaggi di una dieta a base vegetale. In particolare i legumi sono ritenuti il cibo migliore per la longevità e per condurre una vita in salute. Ma è anche il cibo migliore che rispetta gli animali e il pianeta.
Non abbiamo più molto tempo: circa 10 anni per evitare il punto di non ritorno climatico, secondo le stime dell’Integrated Pollution Prevention and Control (IPPC), in quanto le emissioni serra hanno raggiunto dei livelli massimi e forse mai esistiti prima sulla Terra.
Quella della IPPC è una strategia europea di prevenzione e riduzione dell'inquinamento che mira alla diminuzione del livello delle emissioni per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente.
Purtroppo però ciò che non viene solitamente messo bene in evidenza è che le emissioni serra sono collegate al consumo di carne e derivati.
Anche nel programma di lavoro del COP 26 che si è svolto a Glasgow, dove i leader di tutto il mondo si sono incontrati per discutere il futuro del nostro pianeta alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è mancato un messaggio chiaro sugli allevamenti intensivi.
È evidente che per mettere in primo piano gli interessi economici è stata trascurata l’importanza di una presa di coscienza culturale, politica e globale. Infatti durante il più importante evento mondiale sul futuro decisionale politico per affrontare e tentare di arginare la crisi climatica, uno dei temi cardine, ovvero quello dell’impatto dell’industria della carne e dell’alimentazione in generale, non è stato preso in giusta considerazione.
Le critiche a questa inadempienza sono state molte, proprio perché non è stata prestata sufficiente attenzione al cibo e all'agricoltura in un incontro mondiale, nonostante rappresentino le chiavi per ridurre le pericolose emissioni nei prossimi decenni.
I legumi per vivere in salute e a lungo |
Così come è stato criticato il cibo servito nelle mense dei partecipanti all’evento, dove il 60% dei piatti era a base di carne e prodotti animali, tanto che c’è stato chi l’ha descritto come l'equivalente di "regalare sigarette a una conferenza sul cancro ai polmoni".
L’esempio rende bene l’idea, perché non si può parlare di ambiente senza considerare che è proprio l’allevamento degli animali uno dei principali responsabili delle emissioni globali di gas serra, causa di estinzione di numerose specie, della perdita di habitat e di biodiversità.
Per di più, soprattutto oggi, è urgente che sia chiaro a tutti quanto il tema ambientale e quello dello sfruttamento animale siano strettamente collegati.
Le cause dell’inquinamento dei suoli e dell’atmosfera sono molte, ma le conseguenze legate all’allevamento sono notevoli.
Basti pensare che gli allevamenti, tra bovini, suini, polli e galline, mucche e bufale, rappresentano quasi il 60% del totale delle emissioni di ammoniaca di origine agricola.
A dirlo, oltre alla scienza, ci sono anche molti gruppi di ricerca e indagine che portano degli esempi molto concreti. Si possono citare gli effetti devastanti che la produzione di carne ha sull’ambiente, la deforestazione necessaria per fare spazio all’allevamento di bovini o di monocolture di vegetali per mangimi, l’inquinamento di suolo e acqua nelle zone di allevamenti intensivi dove vengono effettuati i versamenti di liquami, della presenza delle vasche per lo smaltimento degli stessi non adeguatamente attrezzate per contenerli.
In Italia, questo problema riguarda soprattutto la Pianura Padana: un’area con la più alta concentrazione di allevamenti intensivi, che conta la metà della produzione di suini e un quarto dei bovini della penisola.
Dal momento che ormai esistono delle alternative etiche al cibo abituale, capaci di produrre la stessa quantità di carne con il 99% di emissioni serra in meno ed esiste anche una tecnologia d’avanguardia per salvare il mondo partendo dall’alimentazione umana, non rimane che partire direttamente dalla coscienza delle singole persone, perché purtroppo al momento le istituzioni sono troppo impegnate in interessi di denaro invece di puntare l’attenzione su quanto proprio il cibo a derivazione animale sia direttamente collegato in varie sfaccettature al danno planetario.
Il cibo vegetale è riconosciuto il miglior cibo per noi, per gli animali e per il pianeta |
Ne consegue che la cosa davvero utile adesso è porre fine alla presenza della zootecnica per fini alimentari, tanto che riscaldamento globale, deforestazione, pandemie, inquinamento degli oceani, fame nel mondo, distruzione degli ecosistemi, estinzioni continue e molto altro ancora, possono essere fermati.
Per farlo esistono già molte soluzioni, come la carne coltivata attraverso l’agricoltura cellulare, che permette di realizzare materiale organico direttamente in laboratorio; oppure la carne realizzata con latecnica della fermentazione, che produce cibi proteici utilizzando batteri, lieviti o funghi, per scindere un composto e creare le proteine per la carne vegetale. La carne coltivata è prodotta da ormai moltissime aziende, e propone lo stesso gusto, se non migliore, della carne a cui si è comunemente abituati, senza dover utilizzare alcuna cellula animale. Non dimentichiamo inoltre l’ottenimento della carne vegetale letteralmente costruita da stampanti in 3D oppure strutturata con metodi di estrusione, che non sono altro che sistemi in grado di combinare umidità, calore elevato ed energia meccanica per la produzione di sostituti finali della carne derivanti da proteine vegetali, che permettono di creare varianti sulla fibrosità e sulla consistenza.
Praticamente esiste già tutto quello che ci necessita, basta volerlo, basta fare un piccolo passo nella scelta della propria alimentazione per segnare un grande passo per l’umanità, per arrivare all’abolizione di ogni forma di sfruttamento animale, dei nostri compagni su questo pianeta ingiustamente imprigionati, sfruttati e poi uccisi, a milioni.
Ma una soluzione ancora più facile ed economica è rivolgersi direttamente ai prodotti che la natura ci dona e dove primi tra tutti ci sono i legumi.
Sono molti gli studi pubblicati su riviste cliniche specialistiche, da quelle cardiovascolari a quelle
della scienza dell’alimentazione o oncologiche o diabetiche, che concordano sui vantaggi di una dieta a base vegetale.
In particolare i legumi sono riconosciuti come il cibo migliore per la longevità e per condurre una vita in salute.
Già più di dieci anni fa, in una ricerca che venne pubblicata su una tutt’ora rinomata rivista americana di medicina cardiovascolare, Circulation, si valutò il rapporto tra una dieta tipicamente occidentale, ossia ricca di carne rossa, cibi lavorati, cereali raffinati e zucchero, e una dieta più sana principalmente composta da legumi, verdure, frutta e cereali integrali.
Le persone che hanno vissuto più a lungo nelle Blue Zone mangiavano circa una tazza di fagioli al giorno |
Dopo un follow-up di 18 anni i ricercatori evidenziarono, per coloro che seguivano la seconda dieta, una diminuzione del 17% del rischio di mortalità totale e un rischio inferiore del 28% di morte per malattie cardiovascolari.
Per contro, per coloro che seguivano la dieta occidentale, rilevarono un aumento del 21% della mortalità totale e un aumento del 22% della mortalità per malattie cardiovascolari.
Inoltre nel Danish Twin Study, ovvero uno studio sull’ ereditarietà della longevità umana effettuato su coppie di gemelli danesi che era stato condotto alla fine degli anni novanta, era stato dimostrato che solo il 20% circa della durata della vita di una persona media è dettato dai nostri geni, mentre l'altro 80% è dettato dal nostro stile di vita.
Quindi se la dieta gioca un ruolo molto importante nella qualità e nella durata della nostra vita, quali sono i cibi migliori da mangiare?
Secondo la scienza uno dei migliori alimenti per vivere fino a cent’anni sono i fagioli. In realtà non sono da meno tutti i legumi in genere. Così oltre ai fagioli anche le fave, la soia, i ceci, le lenticchie possono essere considerati la pietra miliare della maggior parte delle diete centenarie.
Al riguardo sono state analizzate delle aree nel mondo, denominate zone blu, dove risulta esserci la maggiore concentrazione di persone che vivono fino a 100 anni. Sono state trovate molte somiglianze nella dieta e nello stile di vita in queste regioni e cioè un’alimentazione sana e soprattutto plant based, uno stile di vita attivo e un moderato consumo di alcol.
Ma soprattutto, il principale denominatore comune è risultato essere proprio il consumo di legumi.
Nello specifico, i ricercatori della Blue Zone Diet hanno scoperto che le persone che hanno vissuto più a lungo in queste aree mangiavano circa una tazza di fagioli al giorno.
Comunque, sia i fagioli che i legumi in generale rappresentano un alimento di eccellenza che possono essere consumati sia freschi che secchi: i primi si possono considerare alla stregua degli ortaggi, anche se più calorici, mentre quelli secchi, essendo poveri d’acqua, hanno una maggior concentrazione di nutrienti e quindi rivestono una grande importanza alimentare come sostituti dei prodotti proteici animali per la loro ricchezza in aminoacidi. Per di più l’abbinamento di legumi e cereali, che ha origini antiche e che possiamo dire che abbia quasi anticipato le conoscenze attuali di dietetica, fornisce un contenuto proteico di buona qualità, con un bilanciamento di tutti gli aminoacidi essenziali.
Ma nei legumi sono contenute altre sostanze di grande importanza per una corretta alimentazione come l’amido, la vitamina E, le vitamine del gruppo B, minerali come potassio, fosforo, calcio e ferro e una elevata presenza di fibra alimentare.
Il cibo vegetale è riconosciuto il miglior cibo per noi, per gli animali e per il pianeta |
Senza contare che sono ottimali per mantenere un buon controllo dei livelli ematici di colesterolo e di glucosio. Molti studi ne sottolineano il ruolo protettivo contro malattie cardiovascolari e un ruolo di prevenzione verso alcuni tipi di cancro, come riportato dal World Cancer Research Fund. E ancora, secondo la società americana di medicina geriatrica, una riduzione del rischio di ipertensione, diabete, depressione e demenza senile.
Si può dunque affermare che i legumi non siano più da considerare, come nel secolo scorso, la carne dei poveri ma, a tutti gli effetti, la carne della salute.
In ultimo non è da sottovalutare il loro minore impatto ambientale. È da tenere presente che per produrre un chilo di carne bovina occorrono circa 13.000 litri di acqua mentre, per produrre un chilo di legumi, ne basta meno della decima parte.
Ecco quindi che non si può fare a meno di sottolineare che il cibo vegetale è davvero il miglior cibo per noi, nel rispetto degli animali e di tutto il pianeta.
Miriam Madau è medico omeopata e nutrizionista vegano. Conduce su Shan Newspaper le rubriche “Felicemente Veg” sull’alimentazione vegana e “H2O” sull’omeopatia. Conduce inoltre la trasmissione “VeganSì” su Radio Dreamland www.radiodreamland.it
22 dicembre 2021