Agenti del NIRDA, Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali, con alcuni dei cuccioli liberati |
La famigerata storia dei cani detenuti nella struttura lager, una vera e propria fabbrica di morte, si sta finalmente avviando verso un lieto fine
Il caso Green Hill, l’azienda situata a Montichiari (Brescia) che allevava cani beagle per i laboratori di vivisezione, ha suscitato reazioni di sdegno e manifestazioni di protesta da tutte le parti d’Italia. Da questo allevamento più di 250 cani ogni mese finivano tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. Cani nati per morire e condannati a soffrire. Beagle scelti per la prerogativa della loro razza dal comportamento dolce e mite.
Ma ora questa storia terribile vedrà finalmente un lieto fine.
Il Corpo forestale dello Stato ha eseguito il sequestro di Green Hill con i suoi 2.500 beagle destinati ai laboratori di tutto il mondo. Alle operazioni di ispezione e sequestro della struttura, disposte dalla Procura della Repubblica di Brescia, hanno partecipato circa 30 forestali appartenenti ai Comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali (Nirda). Erano presenti anche personale della Questura di Brescia e agenti della Digos.
L’Autorità Giudiziaria ha incaricato LAV e Legambiente per le procedure di affidamento, sia a privati che ad associazioni.
La campagna per l’affido dei beagle liberati dalla struttura lager Green Hill è stata presentata nella affollata conferenza stampa del 25 luglio scorso a Roma presso l’Ispettorato Generale del Corpo Forestale dello Stato.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il Giuseppe Persi, dirigente della Protezione Ambientale del Corpo Forestale; Cristina Avanzo, dirigente del NIRDA, Nucleo Investigativo Reati in Danno agli Animali; Gianluca Felicetti, presidente della LAV; Antonino Morabito, responsabile Fauna di Legambiente e gli avvocati Davide Zamporlini, legale di Legambiente, e Maurizio Santoloci, legale della LAV.
Michela Vittoria Brambilla con un cucciolo di Beagle alla conferenza stampa |
Tra i numerosi intervenuti, gli onorevoli Michela Vittoria Brambilla e Monica Cirinnà.
Erano presenti i rappresentanti di numerose associazioni animaliste tra cui SOS Gaia.
Il NIRDA è una struttura del Corpo Forestale dello Stato istituita negli ultimi anni con il primario compito di rilevare i reati di maltrattamento degli animali, che ha finora ottenuto risultati incoraggianti. Ed è stata proprio questa struttura che, dopo aver svolto una indagine sui beagle di Green Hill, ha proceduto al sequestro dei cuccioli su incarico della Procura della Repubblica di Brescia.
La liberazione dei cani di questo allevamento lager è un evento storico per la difesa dei diritti degli animali, un precedente importante anche riguardo la procedura penale. Finora non si era mai visto niente del genere. È stata una operazione complessa che ha aperto incredibili prospettive sugli sviluppi futuri, a cui è stato dato ampio risalto anche sulla stampa estera. Un provvedimento che estende le sue implicazioni anche oltre Green Hill.
Appare ormai evidente che sia i responsabili delle istituzioni preposte sia la gente comune stanno maturando una maggiore consapevolezza nella direzione del rispetto delle altre specie viventi.
La norma di legge che vieta l'allevamento dei cani, gatti e primati per la sperimentazione in vivo, in recepimento della legge comunitaria 2011, scritta dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla, ha ottenuto il parere positivo della Camera e attualmente è all'esame del Senato. Si spera venga approvata al più presto, ma al momento, per fortuna, le carenze legislative sono state coperte dalla giurisprudenza sul campo.
Davide Zamporlini, avvocato di Legambiente, ha iniziato ad occuparsi del problema dovendo difendere un imputato arrestato per i fatti di Green Hill del 28 aprile scorso, quando gli animalisti hanno fatto un blitz liberando una trentina di beagle, una azione che ha avuto come conseguenza l'arresto di 12 persone subito liberate a seguito delle varie azioni di sostegno da parte di avvocati e personaggi pubblici. Tra gli arrestati, l’imputato dell’avvocato Zamporlini.
I primi cuccioli arrivati alla stazione Triburtina di Roma accompagnati da Monica Cirinnà e dagli agenti del NIRDA. Hanno viaggiato in prima classe, colmati da affetto e attenzioni. Saranno esseri liberi, riconosciuti con un proprio nome anziché con il tatuaggio all’interno dell’orecchio. Tra loro: Denver, Vivi, Harry, Libera e Life |
Proprio l’indagine difensiva per il suo assistito ha consentito a Zamporlini l’accesso alla struttura di Green Hill e il relativo contatto con i cani, individuandone l'anomalo comportamento rispetto a quelli che vivono una vita normale, che egli conosce bene convivendo con uno di loro.
Consideriamo che gli animali finora hanno vissuto soltanto in gabbie e non hanno mai visto la luce.
Grazie a questi fatti Zamporlini ha successivamente comunicato ai referenti di Legambiente e della LAV che era fondato valutare il canile di Green Hill come sede di un caso di maltrattamento degli animali, dopodiché, con la collaborazione degli avvocati Arena di Brescia e Campanaro della LAV (che ha fornito materiale giuridico specifico) è stato presentato un esposto.
Il Pubblico Ministero Ambrogio Cassiani e il Procuratore della Repubblica Sandro Raimondi hanno recepito l’esposto consentendo il prosieguo dell’attività investigativa a cura del NIRDA, culminata nel sequestro del canile lager di Green Hill.
Con il sequestro sono stati nominati custodi giudiziari di Green Hill la locale ASL veterinaria e il Sindaco di Montichiari.
Come prevedibile i responsabili di Green Hill hanno presentato istanza di dissequestro, per la quale è auspicabile il rigetto.
Zamporlini ha anche spiegato che il maltrattamento degli animali non avviene soltanto tramite percosse, ma anche se non si lasciano vivere secondo la loro natura e soprattutto se non si trattano con dignità. Non si possono pretendere dagli animali atteggiamenti uguali agli umani, sono altre razze con le loro usanze e consuetudini.
Zamporlini ha aggiunto ancora che il riconoscimento della biodiversità presente nel regolamento europeo avvierà delle grandi novità nel rapporto uomo-natura di cui ancora non è stata compresa l’enorme portata, a ovvio beneficio degli animali. Quindi ha concluso dicendo che a Green Hill i beagle non erano trattati con dignità e come esseri senzienti, secondo i concetti espressi nell’etologia.
Antonino Morabito di Legambiente ha presentato la campagna “SOS Green Hill” che si occuperà dell’adozione dei cani. Legambiente ha attivato un call center, mentre la LIPU e il WWF forniranno aiuto nella ricerca di famiglie adottive. Alla campagna collaborano anche il Canile di Porta Portese di Roma e gli educatori cinofili a supporto di eventuali soggetti che, a causa della loro precedente condizione, dovessero averne bisogno. Infine la campagna si avvale anche dell’ausilio del Corpo Forestale dello Stato che costituirà il garante delle procedure di affidamento.
Uno dei cuccioli salvati da Green Hill |
Il Corpo Forestale e l'Autorità Giudiziaria daranno il loro supporto alle associazioni ambientaliste LAV e Legambiente, sia per le procedure di preaffido che di postaffido degli animali, previste nei confronti di privati e di associazioni.
Il 27 luglio è iniziato il trasferimento dei cani da Green Hill a via Donatello 202 a Brescia, simbolicamente denominata piazza della Libertà, e la consegna alle famiglie avverrà non soltanto a Brescia ma anche a Roma.
Ove possibile viene suggerita l’adozione di due beagle a famiglia; l’affidatario dovrà firmare un modulo per l’affido provvisorio che si spera diventerà definitivo in base alle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria, in quanto al momento il sequestro della struttura è provvisorio.
Agli affidatari verrà consegnato un vademecum e un contratto di affido.
Insomma il sequestro del canile lager di Green Hill rappresenta una importante vittoria delle associazioni animaliste, un precedente per la tutela degli animali, che si spera possa essere esteso anche ad altre strutture dove ancora oggi viene praticata l’aberrante pratica della cosiddetta “sperimentazione”.
Per informazioni e affidi:
LEGAMBIENTE
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Call-center 06 8626 8330 06 8626 8344
LAV
Task Force 06 446 1325
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Corpo Forestale dello Stato
06 4665 7061-62
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01 Agosto 2012