La legge approvata dalla regione Lazio per la gestione dalla fauna selvatica agevola la barbarie della caccia
Il 24 febbraio la delegazione romana di SOS Gaia ha assistito al dibattito svoltosi nel Consiglio Regionale del Lazio che ha portato alla successiva approvazione della “Proposta di legge” n.116, presentata su iniziativa dei Consiglieri di quasi tutti gli schieramenti politici.
L’oggetto della “Proposta di legge” riguarda gli “Interventi regionali per la conservazione e gestione della fauna selvatica e per la pianificazione e regolamentazione dell’attività faunistico-venatoria”.
il Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Storace ha presieduto l’esame della “Proposta di legge” insieme all’Assessore Regionale all’agricoltura, caccia e pesca, Sonia Ricci.
La legge concepita per la conservazione degli uccelli e dei loro habitat, per la gestione e la tutela di tutte le specie di fauna selvatica presenti sul territorio, per una corretta pianificazione e regolamentazione dell’attività faunistico-venatoria, prevede l’attuazione di una serie di interventi che consistono nella “predisposizione di piani di azione per la conservazione e la gestione delle specie di fauna selvatica”. Individua inoltre “I mezzi e strumenti, anche di tipo gestionale, per la prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica alle attività agricole, zootecniche o ad altre attività umane”.
Regolamenta il “Contributo a sostegno degli interventi per la fauna selvatica” a carico dei cacciatori che effettuano abbattimenti di fauna selvatica con metodi selettivi finalizzati alla ricomposizione degli squilibri ecologici all’interno delle aree naturali regionali protette, alla tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e alla protezione dei fondi coltivati e degli allevamenti.
Da questo punto si evince chiaramente che con il pretesto degli squilibri ecologici e a fronte di un contributo, la caccia viene autorizzata anche all’interno delle aree naturali protette della regione, che ovviamente non sono più protette ma diventano accessibili ai cacciatori.
Insomma, licenza di uccidere!
Invece di eliminare la caccia per fortuna oramai praticata da poche persone, evidentemente però molto influenti, dobbiamo confrontarci con delle leggi che la facilitano e la allargano, aumentando la mattanza degli animali.
Difatti la nuova normativa prevede piani di abbattimento selettivo degli “ungulati cacciabili”, come i cinghiali, con la relativa vendita delle carni; promuovendo così il controllo delle specie che, per presenza e densità eccessive, danneggiano i boschi, i sistemi ecologici, l’agricoltura e l’assetto idrogeologico.
E’ evidente che il legislatore non tiene minimamente conto che la natura si riequilibra da sola, lo fa da milioni di anni, e probabilmente oggi l’unica fonte di squilibrio è proprio l’invadente presenza dell’uomo e dei suoi manufatti.
A questo proposito è stato veramente emblematico il dibattito sviluppatosi nel Consiglio Regionale e a cui abbiamo potuto assistere, rappresentato dall’unica opposizione dei Consiglieri 5 Stelle che nei loro interventi sono stati prodighi di suggerimenti onde evitare la morte inutile di tanti animali, ricordando inoltre che questa legge è contraria alla “Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali” introdotta dall’Unesco nel 1978, dove viene sancito che ogni animale è portatore di diritti e che tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita ed hanno gli stessi diritti all’esistenza.
In definitiva come ha detto il Consigliere Porrello Devid questa legge calpesta i diritti degli animali e purtroppo costituisce un ritorno al medio evo ed alla barbarie.
Personalmente sono convinta che fino a quando alcuni uomini fomentano guerre e sofferenza, creano ignoranza e povertà, maltrattano, uccidono e mangiano animali, non possiamo considerare civile questa società.
Comunque la normativa sostiene economicamente le misure di prevenzione come le recinzioni e la fornitura di cibo agli animali a scopo dissuasivo, prevede indennizzi dei danni causati dalla fauna selvatica con priorità per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, mentre coloro che coltivano per il proprio autoconsumo probabilmente non verranno mai risarciti.
Infine la Consigliera Cristina Avenali ha fatto introdurre i risarcimenti per i danni causati dall’attività venatoria che fa indignare, perché la categoria privilegiata dei cacciatori non è mai chiamata a rispondere delle proprie azioni, ma è sempre la collettività a pagare per loro, tra cui anche chi è contrario alla caccia.
Vista l’ampia maggioranza il 25 febbraio la legge è stata approvata con 31 voti a favore e 6 contrari, l’Assessore Ricci si è dichiarata soddisfatta perché è un sostegno per gli agricoltori, ed è il frutto di un lavoro che intende tutelare le esigenze degli svariati operatori. Mentre la Consigliera dell’opposizione Silvia Blasi, denuncia la mancanza di restrizione delle attività venatorie e la sovrapposizione di competenze con lo spostamento di notevoli risorse non quantificabili dagli uffici dell’Ambiente a quelli dell’Agricoltura.
Nel merito giova ricordare che il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, prima di essere eletto ha condiviso il programma per i diritti degli animali proposto da alcune associazioni animaliste del Lazio: ARCA, Amici di Fido, Arca Torre Argentina, Code Felici, Canili Lazio, LAMBS, Volontari Canile Porta Portese, LAV, nel cui piano di salvaguardia della vita degli animali è previsto di disincentivare tutte le forme del loro sfruttamento, mentre nello specifico è inserita la tutela della fauna selvatica.
Per concludere è impossibile non vedere come alcune leggi sono pensate, scritte ed approvate dai politici, appositamente per agevolare la barbarie della caccia.
Ma oramai sono molti i cittadini che si rifiutano di accettare questo orrore quotidiano spacciato per normalità.
Questo è il link del comunicato del Consiglio Regionale del Lazio:
www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/news_dettaglio.php?id=2034&tblId=NEWS#.VO8jkCmzSX0
Ivana Pizzorni è la responsabile della sede romana di SOS Gaia
26 febbraio 2015