I pericoli dell’attività venatoria per gli animali e le persone
Il 29 gennaio si è svolto l’incontro informativo organizzato dal LIFE WOLFALPS in collaborazione con il parco delle Alpi Cozie, rivolto alla Ferdercaccia e a tutto il mondo venatorio. L’Associazione “L’arte nell’essere lupo” ha partecipato per cogliere spunti di riflessione.
Uno degli obiettivi della serata, era quello di illustrare con dati scientifici alla mano la situazione numerica dei branchi di lupi presenti in Val Chisone e Germanasca e l’andamento numerico degli ungulati negli ultimi anni, causa dei numerosi malumori da parte del mondo venatorio che puntualmente attribuisce il calo di taluni ungulati, come il capriolo, la causa dell’incremento del predatore nelle valli.
L’incontro è stato condotto dalla dottoressa Elisa Avanzinelli e da Luca Maurino che hanno dato con autorevolezza la stima precisa degli animali con grande professionalità e che hanno saputo con destrezza rispondere alle domande del pubblico interessato in modo chiaro ed esaustivo.
Purtroppo, proprio la categoria dei cacciatori, rientra in pieno nei programmi di conservazione della specie lupo come controllori del territorio; ovvero hanno ed avranno sempre più voce in capitolo per segnalare e collaborare con il LIFE. Non nascondo a nome dell’associazione che presiedo ma anche di tutte le altre realtà di difesa del lupo una forte perplessità in merito. Non ce ne vogliano i parchi e lo stesso ente che lo governa.
Per quanto la caccia sia regolamentata da leggi specifiche e ci si debba rimettere a queste ultime nell’adempimento dell’esercizio della propria “ attività”, rimangono molte perplessità. Fatto restando che verranno sicuramente selezionate le figure più “meritevoli”. Lo sport della caccia ora è diventato uno strumento di controllo del territorio, quando invece, riteniamo che questo compito, andrebbe espletato da organi appositi e competenti in materia di conservazione delle specie; prede e predatori.
Negli ultimi anni si è visto il dimezzarsi delle forze di protezione e controllo sul territorio. Questo ha incrementato come ben sapete il proliferare del bracconaggio. Quest’ultimo sempre più recrudescente e virulento è un fenomeno allarmante che ha visto infiniti casi di avvelenamento, ma anche di animali uccisi senza essere denunciati regolarmente al CATO di competenza per essere venduti e trafugati in quanto fonte di reddito considerevole.
Ma il punto della riflessione è dato dai numeri e dalle stime che ora pubblicheremo puntualmente, senza voler incolpare i pochi “ seri” cacciatori che si comportano correttamente come vuole la legge. Mettendo da parte il nostro scetticismo verso questa categoria che troviamo anacronistica e pericolosa.
Illustreremo qui i dati della trascorsa stagione venatoria del CATO1 che potrete voi stessi confrontare.
Animali abbattuti:
Camoscio 174
Capriolo 154
Cervo 54
Muflone 7
Cinghiale 509
per un totale di 898 animali prelavati secondo le normative di legge. Ma a questi si aggiungono quelli non marcati tramite il bracconaggio, a causa di una quasi assente mancanza di controllo da parte delle guardie. Poi aggiungiamo quelli abbattuti nelle aziende venatorie (centinaia di cervi) e non dimentichiamoci di aggiungere che le aziende faunistiche venatorie sono ancora da considerarsi a parte. Tutti questi dati fanno riflettere. Il lupo ovviamente compie la sua selezione naturale che certamente è importante, ma non dimentichiamoci mai che quest’ultimo, non ha altre forme di sostentamento e che non porterà mai le sue prede all’estinzione, cosa che invece vorrebbe fare credere il mondo venatorio che è ovviamente in competizione. Le associazioni venatorie vorrebbero far rientrare nel loro carniere anche il lupo e questo non è un mistero.
Hanno colto con pazienza la giusta occasione e spingono affinché si possa aprire la caccia al lupo.
Naturalmente la convenzione di Berna e l’informazione rigorosa che è in corso d’opera bloccherà queste assurde pretese ma noi vorremmo che la situazione non scappasse di mano.
E’ altresì giusto potenziare e dare voce alla formazione di nuove forze che controllino in modo capillare il nostro territorio, poiché pensiamo che sia più giusto ed etico che la natura vada vista e conservata da chi la ama e la apprezza.
Purtroppo non c’è più il Corpo Forestale dello Stato come in origine. Le risorse dei parchi sono sempre più sparute ma esistono associazioni riconosciute e formate che possono adempiere a questo compito se formate dal LIFE stesso e che potrebbero svolgere in modo magnifico l’attività di supporto all’anti bracconaggio affiancando e coadiuvando le squadre cinofile anti veleno, fiore all’occhiello del LIFE.
Nonostante l’incontro di ieri si sia svolto senza attriti pesanti, resta l’amarezza nell’aver ascoltato i numerosi commenti da parte di taluni cacciatori che continuano a vedere nel lupo un potenziale pericolo per le comunità rurali, un problema da contenere. Senza poi contare le notizie fuorvianti numeriche e le solite polemiche che in anni ed anni di informazione, tornano alla ribalta.
Vorremmo far riflettere anche qui sui numeri agghiaccianti delle notizie tragiche di ferimenti e morti nella stagione venatoria su tutto il territorio Italiano a causa della caccia ufficiale; notizie inquietanti con numeri sempre crescenti.
In tutti questi anni, il lupo non ha mai aggredito o ucciso alcun essere umano, contrariamente alle doppiette spianate in ogni dove nel periodo venatorio.
In piena stagione venatoria, andare nei boschi con i bambini e la famiglia rimane estremamente pericoloso, perché un animale selvatico non attaccherà mai senza un motivo serio, mentre diventare facile bersaglio di un cacciatore è all’ordine del giorno. Queste non sono fantasie, ma dati certi.
Purtroppo chiedere che la caccia venga abolita è cosa ardita e pressoché impossibile, ma noi chiediamo maggiori controlli, maggiore serietà nel rilascio del porto d’armi e negli esami.
Penso fermamente che si debba continuare a far conoscere la natura e le sue meravigliose creature che abitano i boschi e le nostre montagne attraverso occhi innocenti, uscire dai numeri, dalle statistiche e trovare nuove soluzioni che pongano gli animali, soggetto di un sistema meno antropocentrico.
Un dialogo fondamentale, dove ciascuno possa contribuire in modo pulito ed etico alla conservazione delle specie; poiché questo è l’unico modo per dare voce a chi non ne ha.
Ethel Onnis
Presidente dell’Associazione “L’arte nell’essere lupo”
L'Associazione “L'Arte nell' essere lupo" si unisce al WWF affinché si possa rivedere in parlamento la legge quadro 157/1992 in materia venatoria; ovvero che la caccia non sia piu' da considerarsi come l'unico strumento di controllo sulla e della biodersita'. Riteniamo utile trovare nuove soluzioni al CFS , ovvero al Corpo Forestale dello Stato. Speriamo di arrivare ad una intesa. Noi siamo pronti ad un dialogo diretto.
30 gennaio 2016