SOS Gaia
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Con il SI al voto di fiducia del 24 dicembre 2022 è stato approvato, insieme al Disegno di Legge sul bilancio della Stato, l’emendamento presentato dal capogruppo di FdI Foti che rappresenta un clamoroso regalo di Natale al mondo venatorio.

La Camera dei Deputati ha approvato la “CACCIA SELVAGGIA”

Con il SI al voto di fiducia del 24 dicembre 2022 è stato approvato, insieme al Disegno di Legge sul bilancio della Stato, l’emendamento presentato dal capogruppo di FdI Foti che rappresenta un clamoroso regalo di Natale al mondo venatorio.
La norma, infatti, cancella i cosiddetti “metodi ecologici”, cioè incruenti, che fino ad oggi dovevano prioritariamente essere applicati nel controllo di specie selvatiche che creano problemi alle attività umane. Con la nuova versione della legge, di conseguenza, la prima ed unica opzione risulta essere l’abbattimento. Abbattimenti i quali, ricordiamo, potranno avvenire ovunque, anche in ambiti cittadini ed all’interno di aree protette, e senza alcun vincolo di tempo: quindi anche al di fuori non solo delle tradizionali giornate di caccia, ma addirittura della stagione venatoria.

Con conseguenze sulla sicurezza pubblica e sulla militarizzazione del territorio che non è difficile immaginare.
Ma l’aspetto che maggiormente preoccupa chi ritiene l’ambiente naturale un bene primario e collettivo, la cui salvaguardia deve essere un preciso dovere di ogni amministratore pubblico, riguarda l’art. 19 bis, di nuova istituzione.
Viene prevista l’adozione di un non meglio definito Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, il quale dovrebbe occuparsi di “coordinamento e attuazione
dell'attività di gestione e contenimento numerico della presenza della fauna selvatica sul territorio nazionale mediante abbattimento e cattura.” Di nuovo, senza alcun limite, né di tipo territoriale, né di tempo. Ma nemmeno di specie, per cui è possibile che la norma si possa applicare non solo, come si potrebbe ipotizzare, a cinghiali ed altri ungulati, ma anche a specie protette, quali lupi ed orsi. Le attività di controllo della fauna, infatti, vengono esplicitamente considerate come “non costituenti esercizio di attività venatoria”, quindi nemmeno sottoposte alle regole della caccia.
In un periodo in cui le emergenze ambientali si stanno facendo sempre più reali e il cambiamento climatico comincia a mostrare tutta la sua gravità, ci pare assolutamente inaccettabile adottare misure che concorrono a degradare ulteriormente il contesto ambientale nel quale viviamo e da quale traiamo tutte le nostre risorse. Se non modifichiamo i nostri atteggiamenti nei confronti della natura, passando da politiche di rapina e distruzione ad una situazione di equilibrio, continueremo il nostro tranquillo avvicinamento alla distruzione dell’unico pianeta sul quale siamo in grado di vivere.
Le Associazioni animaliste e ambientaliste contestano il metodo adottato per far approvare le norme “libera caccia”: all’interno di una legge di bilancio, con la quale nulla hanno a che vedere, ma la cui approvazione risulta così molto più semplificata. Quindi, nessun confronto, nessun parere di quel mondo scientifico che pure non si esita a evocare ogni qualvolta succede qualche disastro ambientale, salvo dimenticare ciò che viene affermato in attesa dell’evento successivo.
Le Associazioni si augurano che il Senato in seconda lettura modifichi questo orientamento rinviando il disegno di legge alla Camera.

 
7 gennaio 2023

 

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