SOS Gaia e numerose associazioni chiedono una moratoria del prelievo venatorio
L’appello è rivolto al Presidente della Giunta regionale, all’Assessore alla Caccia e per conoscenza a tutti i Consiglieri nonché agli organi di informazione.
Ecco il testo della lettera:
“La stagione venatoria 2019/2020 è stata caratterizzata da numerose polemiche, originate soprattutto dal fatto che la situazione sanitaria della primavera 2020 ha impedito il completo e regolare svolgimento delle operazioni di censimento faunistico, a loro volta essenziali per definire un prelievo venatorio tale da non incidere negativamente sulla sopravvivenza delle popolazioni di fauna selvatica.
Tale situazione si è verificata soprattutto per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina (gallo forcello, coturnice e pernice bianca), il cui prelievo venatorio, quindi, è avvenuto in numerosi casi sulla base di dati non adeguatamente verificati sul campo. Questo può aver portato ad un prelievo venatorio eccessivo e non compatibile con le prioritarie esigenze di conservazione delle specie. L’assoluta imprescindibilità dei censimenti primaverili è stata peraltro recentemente ribadita dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che rappresenta la massima autorità scientifica italiana con competenze in materia venatoria) nell’ambito del documento “Pandemia da Covid-19. Indicazioni per la redazione dei piani di prelievo di ungulati e galliformi - Stagione venatoria 2021/22”.
Contestualmente, non risulta che la Regione Piemonte abbia recepito in pieno i contenuti e le raccomandazioni comprese nel “Piano di gestione dell’allodola (Alauda arvensis)”, prodotto dall’ISPRA e accettato dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 15 febbraio 2018. Nel citato documento, lo stato di conservazione della specie in Italia viene dichiarata “cattivo” e l’impatto dell’attività venatoria è considerato “un fattore di rischio”. Inoltre, vengono riportate alcune azioni ritenute importanti per il miglioramento della situazione dell’allodola, tra cui ad esempio, il divieto della pratica del debbio e il relativo invito ad Ambiti Territoriali di Caccia, Comprensori Alpini ed Aziende Faunistico Venatorie a destinare fondi a tale scopo. Le Regioni sono inoltre state invitate a prevedere “investimenti obbligatori per miglioramenti ambientali a favore della specie nei territori di ATC/CA e AFV”. Altri interventi suggeriti riguardano l’avvio di studi sulla situazione sanitaria della specie, analisi eco tossicologiche come il rilevamento in organi bersaglio di residui di inquinanti e pesticidi, l’organizzazione di corsi di formazione per volontari e cacciatori ed altro ancora. Da rimarcare inoltre il rischio che la possibilità di cacciare l’allodola abbia conseguenze negative su specie molto simili, ma in situazione ancor più negativa, quali ad esempio cappellaccia, tottavilla, calandrella e calandra (specie classificate come minacciate e incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE).
Per tutti questi motivi le scriventi Associazioni chiedono che per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina, nonché per l’allodola, si proceda ad una moratoria del prelievo venatorio, escludendo quindi la loro cacciabilità nella stagione venatoria 2021/2022.
Si confida in un accoglimento della richiesta e si resta a disposizione per ulteriori approfondimenti.”
Per:
SOS Gaia, Pro Natura Piemonte, LAC Piemonte, Mountain Wilderness, OIPA Piemonte, LAV Piemonte, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, LIPU sez. Torino, Biella e Vercelli, Italia Nostra Piemonte, Terra, Boschi, Gente e Memorie, CAI Piemonte, WWF Oasi e Aree protette Piemontesi, Comuneroero, Codibugnolo, Comitato per il Territorio delle Quattro Province, Canale Ecologia, LIDA Sez. Torino
Piero Belletti
Pro Natura Piemonte
10 maggio 2021