Ai Medici Veterinari come me, poteva e può capitare di essere svegliati di notte per un pronto soccorso
Ai Medici Veterinari come me, poteva e può capitare di essere svegliati di notte per un pronto soccorso. Così fu per me una notte di molti anni fa. Il telefono fisso squillò a lungo fin quando mi svegliò ed un amico, allevatore di cani boxer, mi chiese di eseguire un taglio cesareo ad una sua fattrice che non riusciva a partorire. Mi disposi di buon grado, mi recai in ambulatorio, feci alzare il mio collaboratore di allora, preparammo tutto il necessario e procedemmo alla laparotomia e ad estrarre uno per volta dall’utero della cagna ben otto soggetti che affidavamo all’amico allevatore già esperto nella rianimazione dei cuccioli neonati.
Fra questi otto c’era un soggetto con il mantello bianco, maschio, bello, rotondetto e molto vitale. Richiusa la ferita laparotomica il mio amico allevatore mi chiese di sopprimere quello bianco perché quel colore non era ammesso e previsto dallo “standard” ENCI e quindi non avrebbe potuto ottenere il Pedigree ed in più avrebbe svalutato sul mercato la sua corrente di sangue dell’allevamento. Io mi rifiutai fermamente e ricattai l’amico dicendogli che me lo sarei preso io al posto del pagamento della parcella.
Egli accettò pregandomi però di non rivelare la provenienza di quel cucciolo anomalo. Erano tempi in cui non era vietata né la caudotomia (taglio della coda) né il taglio delle orecchie per cui la cucciolata agli otto giorni dalla nascita subì il taglio della coda. Un intervento molto semplice: un po' di locale, la recisione con il caudotomo, due “agraffes” metalliche, un lieve strillo, un cerotto e via! Dopo una settimana rimozione dei punti ed il rispetto dello standard di razza era avviato.
Ma per rispettarlo del tutto a due mesi era richiesta la conchectomia (taglio delle orecchie) e così fu anche per Beniamino (Benny per gli amici), dopo però un travaglio interiore personale perché quello era il “mio” cane! Nel momento dell’intervento mi applicai al massimo delle mie capacità di chirurgo veterinario estetico cercando di realizzare un taglio sagomato molto ambizioso, alto e svettante per conferire al soggetto la migliore tipicità possibile, anche se svalutato dal suo mantello totalmente bianco candido con solo una grossa macchia marrone intorno all’occhio destro ed altrettanto sull’orecchio sinistro. Ottenni veramente un ottimo risultato applicando una sorta di sostegno in spugna a cui le orecchie vennero incollate ed incerottate in modo da avviarne l’erezione. Curioso da vedere ma efficace perché dopo circa 15 giorni già i padiglioni mozzati a punta svettavano orgogliosamente con piena soddisfazione, se non di Benny, di sicuro per l’operatore e per chi lo vedeva in strada.
Il travaglio da lui subito ed il mio diedero dunque un risultato splendido e l’aspetto di Benny era proprio quello tipico di un boxer maschio, robusto, muscoloso, vivace e gioioso ma con l’espressione di un cane battagliero. In più oltre alla prestanza fisica si aggiunse un abbaio baritonale a completamento della sua personalità di cane da guardia e da difesa.
Durante il suo sviluppo e la sua crescita mi resi conto però che un appartamento al settimo piano in città era per lui un sacrificio di spazio, considerata la sua esuberanza e possanza, per cui decisi di trasferirmi nel verde parco della “Mandria” dove poteva avere un giardino tutto per sé ed un parco meraviglioso intorno, prati, boschi, due campi prestigiosi di golf e molti animali selvatici da rincorrere.
Lui e la cagnetta cinese che nel frattempo gli avevo messo a fianco, una Shar Pei, molto vispa e furba più di lui nel fiutare il cibo ed i pericoli nelle fughe che talvolta furbescamente mettevano in atto: facevano coppia in perfetta armonia. A Benny avevo dato una compagna per poterlo lasciare a casa perché nel periodo in cui lui era l’unico cane in famiglia non voleva proprio essere lasciato a casa quando mi accingevo a partire per recarmi alla Facoltà di Veterinaria in via Nizza a Torino, saltava in macchina e mi guardava con occhi languidi quasi a dire… vengo anch’io… pur sapendo che avrebbe dovuto stare abbastanza a lungo nello spazio di carico della Punto Van.
Ebbene sì avevo dovuto acquistare un’auto da trasporto con solo i due posti davanti ed il vano posteriore destinato a bagagliaio con una grata metallica a dividere i due spazi. Il vano posteriore era ovviamente ampio per lui ed opportunamente dotato di materassino ad hoc. Pur sapendo che avrebbe dovuto soggiornarvi buona parte della mattinata non voleva rinunciare a starmi vicino. Nel pomeriggio poi aveva un suo spazio nell’ambulatorio privato mio dove il soggiorno era sicuramente più confortevole. Mangiavamo insieme, facevamo passeggiate igieniche nelle pause di lavoro, andavamo ai giardini pubblici e facevamo il gioco del bastone; lui lo tirava da una parte ed io dovevo resistere ai suoi strappi. La sua presa di mandibola era formidabile, tipica dei molossoidi con una dentatura bianchissima, perfetta e molto potente. Il gioco del bastone era il suo preferito.
Una domenica di Novembre i due masnadieri (lui e Cina) approfittarono di un varco lasciato aperto e via nei prati nei boschi e mi immagino anche sui “green” dei Golf dove i giocatori coi loro bastoni tiravanole palline. Mi immagino a posteriori che Beniamino volesse ripetere il nostro gioco con le mazze da golf e che abbia sicuramente disturbato e infastidito qualche golfista ignorante che aveva scambiato l’abbaio baritonale e le mosse di avvicinamento alla persona per una minaccia e che abbia cominciato ad agitare la mazza per far scappare e minacciare il cane temendo un’aggressione.
Quel modo di agire non poteva che esaltare il desiderio di Benny di afferrare il bastone per ripetere il gioco. Malinteso o malanimo? Questo è un interrogativo senza risposta, sta di fatto che il golfista colpì violentemente il cane sul torace e su un gomito costringendolo a fuggire, mi immagino zoppicando e guaendo.
Dico così perché a sera rientrò solo Cina e Benny non tornò nonostante i richiami e le ricerche nella notte con la pila. Al mattino seguente con una cara amica che aveva un “car” ci mettemmo a girare per tutto il campo di golf, per i boschi chiedendo anche agli addetti del campo di darci una mano così come a quei pochi giocatori del lunedì mattina. Solo nella tarda mattinata scorgemmo una sagoma bianca in riva ad un ruscello, accasciata a terra come se bevesse da coricato, il muso nell’acqua a cercare refrigerio, morto stecchito.
Subito mi apparve evidente un grosso ematoma a livello toracico ed una frattura del gomito sinistro. Traumi tipici da bastonature. Caricato in macchina e subito all’autopsia in Veterinaria. Non ebbi il coraggio di assistere ma piansi rabbiosamente alla lettura del referto…” emotorace e frattura traumatica del gomito sinistro da percosse violente”. Forte di un referto autoptico universitario e dell’influenza della mia amica golfista mi rivolsi al Presidente (noto cinofilo anche lui) del golf dove era stata rinvenuta la spoglia di Benny perché conducesse un’indagine su come era avvenuto il misfatto, tenuto conto che sicuramente c’erano delle persone presenti (altri giocatori, personale del campo addetto alle manutenzioni ecc.) ma invano. Purtroppo si chiuse il cerchio dell’omertà e non si approdò a nulla. Non pago di ciò sporsi denuncia alla stazione dei Carabinieri di Fiano denunciando l’uccisione del cane e quindi la violazione dell’allora art. 727 del Codice Penale che puniva il maltrattamento di animali (ora Art. 544 ter C.P.) ma anche in questo caso le indagini non approdarono a nulla ed il caso fu archiviato. Da allora sono passati molti anni ma la data del 24 di Novembre rimane per me una strettoia dolorosa, la rabbia si è tramutata in rassegnazione: il cane è morto malamente ed il reo è rimasto impunito e forse anche senza alcun rimorso.
Il reato di maltrattamento animali nel Codice Penale da allora si è evoluto nella stesura, nei contenuti e nelle pene offrendo più protezione agli animali ed agli zoofili, ma purtroppo anche l’incremento delle pene non ha ridotto il numero di reati di quel tipo che ancora oggi vengono perpetrati in qualche modo ogni giorno.
Esempio ne siano i media che riportano cronache a volte raccapriccianti, come la storia di Beniamino, che però viveva in un ambiente di sport, di natura conservata, di cultura superiore, di censo ecc. ma anche di malvagità e vigliaccheria.
Marzio Panichi è Medico Veterinario, già Docente Universitario e consulente presso l'IRCCS di Candiolo
13 luglio 2022