Riapre la caccia al lupo che uccise il pony di Ursula von der Leyen
Talvolta ci illudiamo che i paesi nordici siano più civili, e forse molte volte lo sono, ma non quando si tratta di animali, pare di poter dire.
Tempo addietro un lupo, conosciuto come tutti i suoi simili con un semplice numero, GW950m - ma la stessa sorte tocca a molti animali selvatici come gli orsi, che è già tanto se sono conosciuti individualmente, anche se ciò avviene per poterli più facilmente sottoporre a scelte negative - si era reso responsabile dell’uccisione in Bassa Sassonia dell’amato pony trentenne Dolly di Ursula von der Leyen.
L’errore di GW950m è stato quello di attaccare il pony di una intoccabile, la presidentessa del Parlamento Europeo, la quale da subito ha chiesto la condanna a morte per il lupo. Credevamo che il comportamento di un lupo che aggredisce un pony rientrasse nelle modalità di vita tipiche della specie che non poteva certo conoscere l’illustre proprietaria del quadrupede e che pertanto non meritasse di essere giustiziato.
Talvolta si pensa che le popolazioni del Nord Europa siano più attente al ragionamento e meno sensibili all’emotività, ma evidentemente ciò non vale per gli animali nei cui confronti si agisce piuttosto di “pancia” che di “cervello”.
Vi è anche una lettura del concetto di morte vigente tra noi umani; quella del pony viene vendicata con la morte di un altro essere, colpevole solo di avere risposto a un comportamento naturale.
E che dire dell’amore della presidentessa che si duole per la morte del pony, dolore più che comprensibile e condivisibile, che però non aveva provveduto a tutelare l’oggetto di tanto affetto, rinchiudendolo la sera in un ricovero o proteggendolo di giorno con barriere elettrificate o comunque mettendo in opera difese contro eventuali predatori, anche banalmente facendolo accompagnare da un cane adatto?
La vicenda sottolinea una volta di più come la distinzione tra animali di serie “A”, come il pony, e quelli di serie “B”, come il lupo, dipenda dal loro rapporto con gli esseri umani, non, come dovrebbe essere, dalla loro essenza di esseri viventi.
“Anche tu Ursula” si può dire richiamando il fatto che, invece di comprendere razionalmente la triste vicenda vissuta, si è fatta prendere dall’emozione chiedendo l’uccisione di chi aveva solo seguito un comportamento naturale e prima ancora aveva scordato di dare protezione all’amato suo pony.
Enrico Moriconi, Medico Veterinario, Consulente Etologia e Benessere animale, Già Dirigente SSN, Già Garante Diritti Animali Regione Piemonte
6 febbraio 2023