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Luci notturne (Credit Build News)
Luci notturne (Credit Build News)

Animali non umani e inquinamenti luminosi: un rapporto difficilissimo

 

Continuiamo le avventure nel variegato e intrigante mondo della Criptozoologia, che ci può portare a scoprire infinite variabili della vita su questo Pianeta e a parlare di tantissime cose.

Ad esempio, della luce. La luce, questo fenomeno della Natura che ci permette di vivere ma che molto spesso diamo troppo per scontato: chiaro di giorno, buio di notte… e va là che vai bene. Fino a un certo punto. Anche se, nel mondo della ricerca, sembra permanere un certo pudore sull’argomento, sono ormai tantissimi gli studi dedicati alla luce nella sua forma di “inquinamento luminoso”. Qualche lettore potrebbe, giustamente, chiedersi “ma cosa c’entra con la Criptozoologia?” Beh, ci sentiamo di dire che la criptozoologia c’entra eccome: oltre alle vite umane, quante migliaia di miliardi di altre vite “nascoste” stanno modificandosi in modo inconsueto e inspiegato, oppure si stanno enigmaticamente rendendo inaccessibili o addirittura stanno scomparendo per il solo fatto di essere in contatto con l’inarrestabile sfruttamento della luce da parte dell’Homo Sapiens?

Ma incominciamo a raccontare delle storie. Partiamo dagli Stati Uniti, dalla North Carolina State University, dove lavora la Dr.ssa Murry Burgess, biologa specializzata in ecologia e ornitologia, la quale, da anni, conduce una ricerca sul campo esaminando i nidi, in particolare di rondine, diffusi nelle cascine di campagna del North Carolina. Risultato degli esami? I pulcini di rondine e di altri uccelli crescono meglio se i nidi sono lontani da fonti luminose: è risultato evidente che la luce artificiale deprime la capacità di dormire al momento opportuno, vale a dire nelle ore notturne. Con conseguenze notevoli, perché toccano la sfera ormonale e metabolica, rendendo i pulcini meno sviluppati, sottopeso e conseguentemente più esposti a malattie.

Grattacieli di Chicago
Grattacieli di Chicago

Rimaniamo negli Stati Uniti e in compagnia del Popolo dell’Aria. Uno degli eventi più colpiti dal dilagante uso umano delle luci è quello delle migrazioni, in particolare dei volatili. Negli Stati Uniti esistono ricerche inquietanti, per non dire tragiche: ne risulta che, ogni anno, milioni di uccelli migratori muoiono attraversando le città americane. Basti dire che solo i volontari di un’associazione, dal nome piuttosto evocativo e cioè Chicago Bird Collision Monitors, raccolgono ogni anno, solo a Chicago e solo ai piedi di un grandissimo centro congressi, il McCormick Place, i corpi di più di 3.000 uccelli migratori, morti nell’impatto contro le grandi vetrate dell’edificio. Ora, fatta salva la sempre maggiore estensione in verticale delle costruzioni che, di per sé, costituisce un ostacolo talora insormontabile per uccelli provati dagli sforzi del viaggio, la principale causa di morte è proprio la luminosità: le immense pareti vetrate dei grattacieli trasmettono un’intensa rifrazione della luce e impediscono di percepire la presenza stessa dei vetri, che risultano invisibili ai volatili. Con il tragico effetto che moltissimi uccelli impattano contro finestre e vetrate, non accorgendosi dell’ostacolo. Impatto quasi sempre letale.

Attraversiamo l’Oceano Atlantico e sbarchiamo in Europa. Germania 2021. Ricerche condotte sui laghi tedeschi hanno dimostrato inequivocabilmente che, laddove esistono illuminazioni artificiali o anche solo una luminosità notturna dei cieli cittadini particolarmente diffusa, le popolazioni ittiche lacustri proliferano molto meno. Cosa che è stata evidentissima, ad esempio, nel Pesce Persico. Ergo, la luce non più naturale influisce più o meno drammaticamente sulla riproduzione: perché ciò accade? La scienza umana, forte delle sue ovvietà, riferisce il tutto a un’influenza della luce artificiale sulla produzione ormonale, in particolare della melatonina, indispensabile veicolo di informazioni metaboliche spontaneamente prodotto da praticamente tutti gli esseri animali nelle ore notturne. Prendiamola per buona… In ogni caso, sul “che fare, allora?” la stessa scienza sembra tacere alla grande.

Lo Scarabeo Stercorario
Il Pesce Persico

Inghilterra. Qui è stata realizzata dagli enti pubblici una ricerca che aveva lo scopo di valutare l’impatto ambientale della sostituzione delle fonti luminose tradizionali con luci a Led nell’illuminazione pubblica. Sorpresa: nelle siepi delle aree interessate dalla modifica le popolazioni di bruchi, quindi farfalle, sono scomparse. Perché? Mistero. Criptozoologia pura, anche se pare fuor di ogni dubbio associare questa “estinzione” agli utilizzi (o eccessi?) delle luci pubbliche. Sempre in Inghilterra e sempre riguardo alle luci Led, uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology riporta che l’utilizzo di queste luci nelle città costiere rende visibili ai predatori alcuni animali come le Littorine, molluschi gasteropodi dalle abitudini notturne, dotati di una conchiglia che è colorata in modo da rendersi mimetica e invisibile alla luce della luna e anche alle luci tradizionali ma che risalta sotto le luci Led, che coprono un più ampio spettro visivo.

Dal Regno Unito un bel salto giù giù fino al Sudafrica dove una ricerca scientifica, sempre molto recente, del 2021, ha chiarito in maniera a dir poco scoraggiante che gli Scarabei Stercorari, molto diffusi nelle savane locali, sono sempre più disorientati dalla cosiddetta “cupola luminosa”, vale a dire dall’effetto di maggior chiarore notturno nei cieli, dovuto alle installazioni ed attività umane. Ricordiamo che gli Scarabei Stercorari sono cosiddetti proprio perché si nutrono di rifiuti animali come lo sterco, che sono soliti raccogliere accuratamente, appallottolare e sotterrare in depositi scavati nel terreno. Ora, questi Scarabei, nome scientifico Geotrupes Stercorarius, sono noti da sempre per essere delle autentiche bussole viventi: si muovono infatti lungo percorsi ben precisi, tracciati dalla corrispondenza sui terreni delle immagini lasciate nel cielo dalla Via Lattea, corrispondenza che indica loro punti particolari dove fermarsi e deporre i loro nutrimenti, per poi ritrovarli senza problemi ogniqualvolta necessitino. Causa lo scombussolamento causato dalle cupole luminose, il Geotrupes non riesce più a fermarsi, gira e rigira dando la netta sensazione di aver perso i propri epocali punti di riferimento. Ancora una volta, grazie davvero, Homo Sapiens.

Lo Scarabeo Stercorario
Lo Scarabeo Stercorario

E risaltiamo in America, questa volta in California, sede di lavoro di Travis Longcore, dottore in Scienze ecologiche e ambientali presso la mitica UCLA, l’Università della California in Los Angeles. Il dottor Longcore da tempo conduce ricerche sulla conservazione della biodiversità nelle città e nei dintorni di esse. Ricerche che, tra le altre cose, affrontano lo studio degli effetti dell'illuminazione notturna artificiale sulla salute umana e sulla fauna selvatica. Citiamo alcuni risultati notevoli di questo lavoro, relativi a due specie animali non umane: il Piviere Occidentale, un piccolo uccello costiero e il Grunion, un piccolo pesce simile alla sardina che è molto raro, dal momento che vive solo al largo di certi tratti della costa californiana. Ebbene, le ricerche di Longcore ci restituiscono dati davvero stupefacenti nella loro precisione matematica: il Piviere evita di appollaiarsi per dormire - o anche solo di riunirsi in gruppi per la notte - in aree dove la luce artificiale supera in intensità la luce di una mezzaluna; il Grunion evita di riprodursi e non si avvicina più a riva per deporre le sue uova laddove l’inquinamento luminoso supera l’intensità di una luna piena. Beh, lo stupore avanza: quali meccanismi di calcolo astronomico sono insiti nel Piviere e nel Grunion per poter loro permettere di percepire e analizzare l’ambiente circostante in maniera così puntuale? È solo il leggendario “istinto”? O i due piccoli animali non umani hanno capacità di analisi che ci sfuggono? Anche qui un bel mistero, aldilà della certezza che la luce manipolata dall’Uomo stravolge le loro forme di vita.

Sempre rimanendo nelle acque, che dire dei Coralli? È ormai un dato conclamato che, laddove esistono barriere coralline che si protendono verso le coste, la percezione da parte dei Polipi Corallini di una forte luminosità artificiale sconvolge la loro sfera riproduttiva: non si assiste più ai naturali momenti sincronizzati di fermento riproduttivo ma ad episodi incontrollati di emissione di sperma e di uova che in maggioranza non giungono a compimento. La domanda dunque è: quale destino può legare le luci umane all’armonia della vita sottomarina?

La Falena
La Falena

E chiudiamo con il caso forse più eclatante. Nel 2017 un esperimento condotto su vasta scala da un team internazionale di scienziati ha restituito una fotografia inquietante di come stia enigmaticamente cambiando la vita degli insetti impollinatori, in particolare di quelli notturni, come le Falene. Il team, operando con occhiali per la visione notturna, ha potuto verificare con precisione che la presenza di Falene nei luoghi di impollinazione raggiunti da fonti luminose è drasticamente diminuita negli ultimi anni. Vale a dire: di notte nascono meno fiori e quindi meno frutti. Come la mettiamo? Senza contare che cambiamenti climatici, inquinamenti, urbanizzazioni e simili hanno già terribilmente diminuito le popolazioni di insetti impollinatori diurni, come api, vespe, bombi ecc. E senza contare un altro enigma, criptozoologico, della Falena, quella piccola farfalla pelosetta grigio marrone che popola le nostre notti ed è uno degli insetti più diffusi al mondo: ancora oggi, la nostra scienza non ha ancora capito qual è il motivo per cui le Falene sembrano danzare incessantemente intorno alle fonti di luce. Non sappiamo ancora se per loro sono una sorta di attrazione irresistibile oppure, magari, un nemico contro cui lottare in qualche modo.

Abbiamo affrontato diversi casi inquietanti. Denominatore comune l’antropocentrismo luminoso, un altro percorso lungo il quale la comunità umana sembra continuare a dimenticarsi delle altre forme di vita sulla Terra, animali o vegetali che siano. Forme di vita sulle quali si continuano a riversare conseguenze, volute o meno, che stravolgono, mettono in crisi e/o rovinano le loro possibilità di esistenza. Un augurio per tutti e un invito alla Scienza: che si arrivi al più presto a una conoscenza e disciplina delle emissioni luminose, con la consapevolezza che gli esseri viventi sono tutti ugualmente figli di Madre Terra.

 

Elio Bellangero, ricercatore della Ecospirituality Foundation, conduce la trasmissione “Animali ed Enigmi” su Radio Dreamland www.radiodreamland.it


31 luglio 2024 - Fonte: www.shan-newspaper.com

 

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