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Quando la scienza aiuta i complottisti (che la criticano)

È in atto una crescita diffusa di critica nei confronti della scienza la quale, però, dal canto suo, spesso offre argomenti a coloro che l’accusano di impegnarsi nella ricorsa del guadagno più che nell’interesse della società.

Una notizia di questi giorni sembra confermare quanto gli addetti alla ricerca siano più propensi al richiamo dell’economia rispetto alla diffusione della scienza. Il motivo è la nascita di un giaguaro nero nello zoo di Napoli subito battezzato Romelu dal nome dell’attaccante che fa sognare i partenopei, colore effetto di un fenomeno di melanismo per cui il piccolo non presenta il tipico manto ma uno “total black”, come si usa esprimersi attualmente, fenomeno conosciuto in molti felini, anche nei nostri comuni gatti. La “Scienza” dimostra il tradimento dall’impegno di diffondere concetti scientifici nelle parole di una zoologa che si affretta a dichiarare trattarsi di una specie a rischio, parole che il direttore dello zoo sfrutta subito per dire che il cucciolo sarà ben presto visibile allo zoo.

La zoologa abdica, con le sue parole, a un approccio scientifico al problema, grande, dell’estinzione delle specie a rischio, e forse dimentica che siamo nel corso della sesta grande estinzione di massa, perché la nascita di un piccolo cucciolo, destinato a vivere tutta la sua vita in una gabbia, neppure dorata, non ferma la moria di animali sul pianeta. Per tutelare le specie a rischio doveva collegare la nascita con la necessità di difendere gli ambiti naturali, lottare contro la caccia e il bracconaggio, la cementificazione e la desertificazione, non rallegrarsi per un animale che non salverà la specie dall’estinzione ma rappresenterà solamente la testimonianza di una bellezza che sta inevitabilmente perdendosi; purtroppo per lui sarà un animale-oggetto come gli altri suoi conviventi. Però, da zoologa, dovrebbe comprendere lo stress e la sofferenza di animali rinchiusi in recinti quando etologicamente sono predisposti a percorrere grandi distanze. Così ha lanciato un messaggio sbagliato che diffonde una visione errata degli zoo come tutela della biodiversità mentre sono solo prigioni di animali che vorrebbero essere liberi e che sono detenuti solo per essere osservati da persone non informate sulle necessità degli animali e sulla sofferenza di attività che sfruttano gli altri esseri viventi.

La zoologa ha però fornito un argomento che il direttore ha subito accolto invitando i visitatori a recarsi allo zoo, dimostrando come la scienza tuteli gli interessi economici piuttosto che quelli conoscitivi. Vicende come questa non possono che fornire elementi oggettivi a quanti criticano la ricerca scientifica come lontana dal bene sociale per tutti e solo attenta all’interesse economico di qualcuno.

 
Enrico Moriconi, medico veterinario, consulente in etologia e benessere animale
www.enricomoriconi.it

 
3 novembre 2024

 

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